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LA COSTRUZIONE FISICA DEL CAVALLO

 

 

 

 

 

 

 

 

                                   

                                                                                      Negli articoli sull’addestramento ed in quello sull’acquisto di un cavallo ho già messo in evidenza alcuni aspetti della struttura ossea del cavallo importanti per l’addestramento e per l’utilizzo in alcune discipline equestri. 

Ho osservato che uno dei vantaggi del sistema di equitazione naturale è rappresentato dalla possibilità di modificare perennemente la struttura per quanto attiene all’equilibrio ed alla spinta dei posteriori. Tuttavia questa possibilità è strettamente legata all’impegno, costanza e cultura del cavaliere e richiede comunque molto tempo (anni).

Quindi, un cavallo ben costruito (nella foto), con una struttura equilibrata, è più facile da addestrare e richiede molto meno tempo.  Ho già spiegato che l’equilibrio di un cavallo si valuta congiungendo il terzo superiore della scapola con l’articolazione coxo-femorale: la linea che congiunge i due punti, detta linea dell’equilibrio, dovrebbe essere in piano o, ancora meglio in salita. 

 

 

 

 

Se è in discesa, il cavallo è naturalmente squilibrato ed il suo equilibrio naturale deve essere corretto facendolo avanzare nella postura in estensione, ottenuta con la mezza fermata o con le redini del lavoro nel tondino. 

 

Il corretto lavoro può correggere i difetti del posteriore ma non quelli del treno anteriore: il più grave è rappresentato da quella che impropriamente viene definita la “spalla diritta” perché impedisce fisicamente al cavallo di avanzare con gli anteriori e quindi di rientrare davanti ai salti.

 

 

 

 

 

 

Questi cavalli (a) avranno quindi difficoltà insormontabili nell’affrontare la verticalità degli ostacoli. 

 

 

 

 

 

Si tratta in realtà della disposizione orizzontale dell’omero che comporta quella verticale della scapola:  nel disegno si può osservare una costruzione corretta (EDF) ed una difettosa (E’D’F’). 

 

 

 

 

 

Nelle foto di sx  nella ricezione dal salto possiamo notare gli effetti negativi di una costruzione difettosa posti a confronto con una corretta (a dx). 

 

 

 

 

 

E’ quindi sconsigliabile acquistare un cavallo con un simile difetto così come quello di arti che si muovono molto all’infuori o all’indentro rispetto all’asse del movimento: questi cavalli, oltre ad essere soggetti a gravi lesioni, sprecano molta energia (quella che va fuori asse). 

 

 

 

 

 

Per quanto attiene ai posteriori, il loro impegno è facilitato da un ilio relativamente corto(BA) ed un ischio relativamente lungo(AC). In caso contrario (B’A’C’) il posteriore sarà tendenzialmente rigido perché avrà difficoltà a flettere le articolazioni lombo-sacrale e coxo-femorale.

 

 

 

 

 

 

A fianco sono illustrati tre modelli adatti per il dressage.  Quello in basso a sinistra, abitualmente controindicato, può con molto lavoro produrre dei cavalli di grande qualità (è proprio il caso del mio!).

 

 

 

 

 

 

                                                                                                          Carlo Cadorna

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