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Grazie Inghilterra !

Durante le olimpiadi sono rimasto incollato al televisore, affascinato dal più bello spettacolo equestre mai visto.  Gli inglesi, quando si è trattato di scelte importanti, non hanno mai sbagliato perché sanno far funzionare il cervello.  Si è molto polemizzato sulla scelta di Greenwich Park ma, alla fine, è risultata veramente azzeccata.    Sia per la bellezza del posto nel quale sono stati inseriti, ad arte, gli impianti,  sia perché ha assicurato una grande presenza di pubblico.  Inoltre, le scelte tecniche ed organizzative delle squadre inglesi hanno fatto sì che la Gran Bretagna si sia presentata come la nazione leader dell’equitazione nel mondo.

Nel concorso completo ci ha pensato l’amazzone di stirpe reale Zara Phillips ad infiammare il pubblico con un cross-country dai ritmi wagneriani:  tecnica perfetta e grande senso del cavallo le sue qualità principali.

Nel salto ostacoli è stato ufficializzato,  con un riconoscimento da parte della Regina, il ruolo di leader di Nick  Skelton (in concorrenza con Withaker) che ha trascinato i cavalieri più giovani alla vittoria.  Grande successo, come istruttore, del tecnico belga Stany van Paeschen:  ha portato i cavalieri sauditi ai vertici del mondo.  Impostazione eccellente, grande disciplina ed interventi appropriati ed efficaci i loro punti di forza.  Grandi sconfitti i tedeschi ed i francesi(i loro cavalli sono apparsi privi di freschezza) su dei percorsi che, giustamente, premiavano i cavalli che, attraverso un addestramento appropriato, ritrovavano la loro completa libertà d’incollatura e di schiena sotto il cavaliere.  Gli statunitensi hanno pagato un sistema di selezione manifestamente errato, basato unicamente sulla scelta oggettiva.   Nella finale individuale una ingenuità privava i due migliori cavalieri inglesi di una medaglia: grande e meritato vincitore lo svizzero Guerdat mentre l’irlandese Cian O’ Connor , autore di un lavoro straordinario sul suo cavallo,  sconosciuto fino a qualche mese fa, ha regalato l’argento all’olandese Gerco Schroeder .  Da notare, tra i migliori cavalieri, un saudita (la riserva!), un messicano ed un colombiano(allievo di Lamaze).

Nel dressage il cavaliere di riferimento britannico è stato Karl Hester: il migliore che io abbia mai visto: finalmente un cavallo che si impiega tutto, che spinge con la schiena, che non ha bisogno di speronate e che compie tutta la ripresa con la coda rilasciata.  Imbarazzante però il risultato della prova a squadre dove gli è stata preferita la Cornelissen, autrice di un’ottima prova nell’individuale,  il cui pessimo rapporto con la bocca del suo cavallo è stato amplificato dai microfoni disposti lungo il rettangolo(come anche per il cavallo di Valentina Truppa).  Che dire della giuria: incapacità o malafede? Ai lettori l’ardua sentenza. Fatto sta che per l’individuale hanno tolto i microfoni:  significa che almeno si sono vergognati!

Sul gradino più alto la Gran Bretagna ed un’allieva di Hester, la Dujardin, a sancire definitivamente la superiorità inglese.  Particolare di rilievo:  sia Hester che la Dujardin si sono avvicinati ai cavalli facendo i groom!

Nelle foto la vincitrice, Charlotte Dujardin: notare la leggerezza del treno anteriore e lo sviluppo di quello posteriore;  per confronto ho pubblicato la foto di Salinero montato da Anky Van Grunsven:  notare la mancanza di leggerezza e lo scarso sviluppo della muscolatura posteriore.  Poichè tra le due vi erano solo pochi punti di differenza vorrei una spiegazione da qualche giudice (chissà se la mia amica Laura Conz mi vorrà rispondere….).

Carlo Cadorna

 

 

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