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COME MIGLIORARE LA PROPRIA EQUITAZIONE

L’agonismo equestre e l’Equitazione non sono esattamente la stessa cosa perché, pur con la migliore equitazione,  non si può essere competitivi con un cavallo che non lo è.   Ma senza equitazione il nostro cavallo non può durare, ci concederà dei risultati altalenanti e ci costringerà a competere ad un livello inferiore a quello che gli spetterebbe.

L’Italia è piena di buoni cavalli ma i loro cavalieri non lo sanno!      Quasi sempre sono proprio i cavalli migliori quelli che non riescono ad esprimersi.

In Equitazione la cosìdetta “cavalcabilità” è un obiettivo da raggiungere, non certo una qualità di partenza:  sono quei cavalieri che non sanno montare che hanno bisogno di un cavallo “cavalcabile” perchè non hanno un assetto che permette loro di adattarsi al cavallo.

Le qualità indispensabili in un cavallo sono altre:  il carattere (non nel senso che normalmente gli si dà.  Tutti i cavalli sono “bravi” quando sono ben addestrati. Per carattere intendo la dignità e la reattività), il rispetto, la salute, l’atleticità, la spalla obliqua e dei piedi robusti.

E’ il cavallo che montiamo che determina le nostre sensazioni a cavallo:  giuste sensazioni se lo addestriamo in modo corretto.  Sensazioni false in caso contrario.

Quindi i nostri cavalli amplificano, positivamente o negativamente, la qualità del nostro modo di montare.

Per migliorare bisogna ottenere dei progressi e comprenderne le ragioni:  lavorare il proprio cavallo sotto la guida di un buon istruttore è un metodo lungo ma sicuro.    Si può accelerare il processo facendosi lavorare il cavallo dall’istruttore o provando un cavallo perfettamente addestrato.    Ma è comunque un processo lungo perché bisogna registrare e coordinare azioni e sensazioni con l’avvertenza che entrambe sono condizionate dalla qualità dell’assetto.  E’ importante acquisire una buona capacità di analisi attraverso una perfetta  conoscenza della teoria da confrontarsi con la pratica.  E’ molto utile abituarsi ad analizzare l’operato degli altri cavalieri.  Quando si frequentano i concorsi è molto più utile osservare il campo prova piuttosto che il campo gara.

Oggi sono di moda gli stages di tre giorni:  servono a poco e soltanto se si verificano degli scambi di sensazioni e se abbiamo l’umiltà e l’intelligenza di stamparci nella mente le osservazioni dell’istruttore e di farne motivo di riflessione.

 

Carlo Cadorna

 

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