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LA SELEZIONE DELLE SQUADRE GIOVANILI

 

Tutti gli anni, in prossimità degli impegni tradizionali di Verona e di Piazza di Siena, i comitati regionali devono affrontare il problema della selezione delle squadre rappresentative giovanili.

L’esperienza insegna che questo problema costituisce un campo minato sia per le difficoltà intrinseche, sia per le interferenze che derivano dalla presenza di genitori ed istruttori.  Infatti, quasi ogni anno vi è un contorno di polemiche che non fanno certo bene allo sport, soprattutto se le critiche sono giustificate.

E’ quindi necessaria la massima trasparenza nel perseguire quello che deve essere l’obiettivo di tutti: quello di inviare la migliore squadra possibile per il risultato immediato con un occhio al futuro (perché i rincalzi non si improvvisano!).

I metodi di selezione sono essenzialmente due: quello oggettivo, basato cioè unicamente sui risultati di gare costituenti la selezione.  Quello soggettivo, basato sul parere tecnico di un esperto o di una commissione di esperti.   I due metodi hanno entrambi pregi e difetti: quello oggettivo premia più il valore dei cavalli che quello dei cavalieri senza nessuna considerazione per il futuro, nemmeno quello prossimo.  Perché i cavalli male impiegati si logorano nel fisico e nella mente ed è probabile una loro prossima debacle;  inoltre, premiando il dio denaro, è un metodo profondamente antisportivo.  Quello soggettivo richiede, oltre ad una grande competenza che spesso non vi è, una ancor più grande trasparenza:  nel senso che qualsiasi criterio di giudizio, per essere accettato, non può e non deve sorprendere nessuno, tantomeno i diretti interessati.  Con questo metodo si deve tener conto anche del carattere degli atleti:  quelli emotivi devono essere esclusi dalle squadre perché danno poco affidamento per un rendimento stabile e sicuro.  Possono essere inseriti a titolo individuale.

Quindi è necessario che i responsabili tecnici comincino da lontano a fornire giudizi e spiegazioni in modo che tutto l’ambiente sportivo sappia chi monta correttamente e chi no.  Soltanto in questo modo le scelte tecniche potranno essere accettate da tutti anche e soprattutto se saranno confermate dai risultati (qui si vede la competenza del tecnico).

Vi è ovviamente la possibilità di combinare i due sistemi in modo da compensarne i difetti:     è di uso comune quello della selezione oggettiva per i partecipanti, soggettiva per la composizione della squadra rappresentativa.

Comunque, quali che siano le regole, devono essere pubblicate per tempo ed esposte in modo chiaro e non contradditorio così come è stato fatto recentemente. Perché se vi sono delle polemiche significa che, comunque, si è fallito e si sono create delle fratture in un ambiente che invece dovrebbe essere solidale.

Carlo Cadorna

 

2 Responses to “LA SELEZIONE DELLE SQUADRE GIOVANILI”

  1. Filippo Gargallo #

    Concordo con l’articolo. Mi permetto di porre in comunicazione due mie tristi esperienze che riguardano i miei due figli che a loro tempo avevano conseguito i requisiti per partecipare a Verona e a Piazza di Siena con i loro ponies ma poi, all’ultimo minuto erano stati invariabilmente sostituiti (peraltro con binomi che non hanno poi brillato nel corso delle manifestazioni… Sempre eliminati!).
    davvero non amo le polemiche ma, insomma, due su due ….
    cari saluti,
    Filippo Gargallo

    14 Novembre 2013 at 16:42 Rispondi
    • lastriglia #

      Come ho scritto, nello sport ci vuole sempre la controprova agonistica. In questo caso, l’eliminazione dimostra inequivocabilmente l’incompetenza della scelta soggettiva. Mi dispiace… Ma, per il bene dello sport, questi casi devono essere comunicati a tutti gli appassionati (e non guasterebbero i nomi dei tecnici responsabili).

      15 Novembre 2013 at 07:02 Rispondi

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