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IL PUNTO DOPO LE ELEZIONI

Il nuovo Presidente dell’indispensabile rinnovamento si avvale di una positiva esperienza alla presidenza di una regione importante per il movimento equestre italiano.

Avendo letto il Suo programma, che è positivo perchè prospetta un cambiamento radicale di metodo e di sostanza, desidero mettere in evidenza l’essenziale.

In tutti gli sport, la crescita è determinata dal successo delle punte e, cioè, dal raggiungimento di risultati sportivi importanti atti a creare dei “campioni” che siano di trascinamento per tutto il movimento sportivo.   Quando sono mancati i campioni gli sport sono andati a fondo (vedi il tennis).      Quindi, l’essere una vera e propria catena di montaggio di campioni sportivi, è il primo imperativo di una buona organizzazione sportiva.

La scherma ci insegna come si fa:   avere società ben strutturate, dove la presenza del campione sia di esempio e stimolo per i giovani.

Avere una classe di insegnanti capaci, appassionati per il proprio mestiere(incompatibile con l’agonismo) e strutture idonee ad un costo alla portata del ceto medio.

Il secondo punto è di particolare importanza ed anche quello nel quale vi è in Italia il maggiore deficit, sia per mancanza di cultura e di corretta formazione (è ridicolo pensare, come è stato fatto finora, di poter formare degli istruttori con un corso necessariamente breve.  Solo un lungo affiancamento con un istruttore capace è veramente formativo.  Il corso va bene per certificare e pareggiare le esperienze) e sia perchè oggi troppi istruttori sono distratti da compiti incompatibili quali il commercio di cavalli e l’agonismo.      Immagino i rilievi, ma nella scherma è così!   Ed anche nell’equitazione i migliori istruttori del mondo lo fanno a tempo pieno.

L’istruttore deve essere prima di tutto un educatore che insegna agli altri  l’Equitazione:   l’arte di sviluppare le qualità fisiche e psicologiche di un cavallo.     Incidentalmente, praticare l’Equitazione è anche sommamente educativo.

Quindi, l’istruttore deve conoscere tutto della meccanica del cavallo e deve, attraverso un giusto approccio psicologico, saperla far impiegare al cavallo nel modo più appropriato, allo scopo di far VEDERE e SENTIRE agli allievi:     questa è l’unica modalità proficua nell’insegnamento.  Gli esami per gli istruttori dovrebbero consistere anche nel dimostrare di saper montare i cavalli degli allievi in difficoltà.

Per formare una classe di istruttori capaci, bisogna ricominciare da capo con la creazione, non necessariamente fisica, di una scuola nazionale di equitazione partendo, ovviamente, da un solo insegnante la cui scelta non è facile e qualifica una dirigenza FISE.

Il problema è tutto qui: sinora, nessuno si è assunto il rischio e la responsabilità di farlo.   Ma i risultati sportivi recenti (i sauditi tra i migliori del mondo- l’amazzone USA Kessler selezionata a soli 18 anni etc…) dimostrano che una buona istruzione consente di raggiungere risultati eccezionali in relativamente poco tempo ove vi siano la conoscenza e la disciplina necessarie.

Quindi, per concludere, l’istruzione va accentrata almeno fino a quando non si avrà un numero significativo di istruttori qualificati sia sul piano morale che su quello tecnico, perchè bisogna affermare e realizzare nella pratica l’unità di indirizzo dell’istruzione:   l’equitazione superiore non è altro che il perfezionamento di quella di base, nella conoscenza, nell’assetto e nel coordinamento degli aiuti.

Ma non si arriva ad alcun perfezionamento se l’impostazione di base è errata.

La soluzione dei problemi legati all’istruzione ha un effetto a cascata sul problema dei costi che, di fatto (leggi CEF in rovina), impedisce a molti giovani di talento di progredire nel nostro sport.

Faccio alcune proposte:  innanzitutto ci vuole onestà da parte degli istruttori e dei giudici per evitare di creare aspettative che non trovano riscontro nella realtà (leggi “La selezione dei giudici”).

Favorire i centri che praticano tariffe particolari per i talenti all’attenzione dei comitati regionali, che consentono di gareggiare con i cavalli della scuola, e destinare una percentuale del bilancio per il loro sostegno in termini di prestazioni gratuite.   Costituire un organismo tecnico,  utilizzando personale in pensione,  disponibile a supportare gratuitamente i giovani segnalati.  Potrebbe anche seguire gli eventuali cavalli dati in affidamento dai privati e costituire così una sorta di assicurazione per la buona gestione.

Sappiano comunque le famiglie, che una buona conoscenza dei procedimenti corretti per l’addestramento e la gestione dei cavalli, permette di ottenere risparmi molto consistenti.

                                                                                       Carlo Cadorna

 

P.S.  Propongo un quiz:  l’immagine allegata, da un punto di vista tecnico, è giusta o sbagliata?

 NOTA: il primo consiglio federale neoeletto ha proceduto alle prime scelte tecniche: Bormioli, di collaudata capacità, torna ad occuparsi del settore giovanile (istruttore unico!).   Piovan è preposto al settore formazione.  Lo conosco solo come cavaliere:  monta a cavallo benissimo ed è già un buon punto di partenza.   Se son rose…fioriranno!                   Il primo impegno internazionale importante, quello della finale della Promotional League a Barcellona che doveva selezionare un candidato per la Super League (sempre che il nuovo progetto venga rinviato- leggi “Il futuro del salto ostacoli”)  ha confermato lo stato di profonda crisi della nostra equitazione di vertice: l’unico che si è salvato è stato il veterano R. Arioldi. Gli altri, un Garcia con un cavallo impresentabile, una Vizzini non all’altezza delle sue possibilità e di quelle del suo cavallo, una Wivina che ha salvato il risultato ma non convince- non è armonica nel galoppo e nel salto). E’ stata selezionata la Spagna che ha presentato dei cavalieri apprezzabilmente impostati(ma nessuno vede la differenza??).      Prossimamente vedremo i nostri rappresentanti a Verona.  E’ stato chiesto ai maggiori cavalieri di esprimere una preferenza per il responsabile di settore S.O.  ;   i tre nomi più votati esprimono tre equitazioni diverse a conferma della confusione che regna in Italia.  Spero e confido che si abbia il buon senso di scegliere quello italiano. 

Apprendiamo ora(dic. 2012) che la politica ha prevalso sul buon senso.  E’ stato scelto il tecnico olandese Hans Horn che ha già ricoperto l’incarico per molti anni:  se siamo nella situazione attuale è evidentemente per il fallimento delle esperienze passate;  nè vale la giustificazione che”non sarebbe stato messo nelle condizioni migliori” perchè, se così era, un tecnico serio doveva dimettersi!   E poi, che credibilità hanno, nella scelta, dei cavalieri di serie C (escluso Moneta) perchè questo dicono i risultati.  Ma c’è già qualcuno che ha ricominciato ad accusare i cavalli, che non si possono difendere.   Comunque, ora l’importante è la gestione dei tecnici che sono stati scelti(quelli per le altre discipline sono condivisibili) secondo un metodo di efficienza e risparmio (leggi “Il metodo che porta al successo”).

2 Responses to “IL PUNTO DOPO LE ELEZIONI”

  1. giuseppe maria de nardis #

    Preghiera ai due candidati: ricordate i capponi di Renzo!
    Riformare la formazione: i D’Inzeo erano la punta di diamante di una Scuola.
    Quiz: (dove sono i volontari?) difficile con lo smartphone e non essendo Steinkraus, vedo un cavallo sulle spalle ed un cavaliere con assetto sbilanciato in avanti. Rimandato a settembre?
    Saluti, giuseppe maria de nardis

    28 Agosto 2012 at 08:32 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      Quello è l’assetto che si vede normalmente negli allievi degli istruttori “bravi”…. Figuriamoci gli altri!
      Bravo De Nardis: l’assetto dell’amazzone nella fotografia non è fermo perchè non vi è spinta del tallone in basso e, di conseguenza, la gamba è andata indietro. Con l’aumentare della velocità, l’amazzone che è abbastanza inforcata, tenderà, allo scopo di mantenere l’equilibrio in sella, a buttarsi indietro e quindi a disinforcarsi. Il cavallo, sentendo sopra di sè un peso che balla nello stesso senso delle sue spinte dinamiche, aggravandone gli squilibri, non si sentirà più sicuro del proprio equilibrio e quindi sarà portato a perdere impulso anzichè ad aumentarlo. Il cavaliere, sentendo che il cavallo perde impulso, tenderà a sedersi ancora di più: in questo modo il cavallo perderà anche la possibilità di coordinare bene, attraverso l’uso della linea dorsale, l’azione degli anteriori con quella dei posteriori.

      28 Agosto 2012 at 17:54 Rispondi

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