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I NOSTRI CENTRI IPPICI

 

I centri ippici costituiscono il tessuto produttivo dell’equitazione italiana:  dalla loro efficienza dipende, in gran parte,  la crescita qualitativa e quantitativa del movimento sportivo.

La legge che ne regola la vita è favorevole al loro sviluppo come piccole realtà imprenditoriali perché prevede l’esenzione fiscale per le prestazioni rese ai soci (attività sportiva) e la tassazione forfettaria del 6% per le altre prestazioni (attività commerciale).  Esistono inoltre interventi da parte del CONI che prevedono la possibilità di ottenere prestiti, finalizzati alla costruzione ed al miglioramento degli impianti, a tassi di particolare favore (credito sportivo).

Le caratteristiche che influenzano l’efficienza e la rispondenza agli scopi sportivi dei centri ippici sono la dimensione, la qualità e la completezza degli impianti, il rapporto numerico tra personale e cavalli, la disponibilità qualitativa e quantitativa di cavalli della scuola, la professionalità degli istruttori, il numero e la qualità dei soci, la qualità e la democraticità della gestione.

La dimensione ragguardevole agevola un rapporto favorevole tra personale e cavalli che favorisce un bilancio economico attivo;      inoltre permette e favorisce gli scambi culturali specie se vi sono soci di particolare esperienza e conoscenza.

 

 

 

 

 

La qualità e completezza degli impianti è il presupposto per avere soci esperti e di buone possibilità economiche.  E’ anche importante che rispettino le norme di sicurezza:  l’eventuale carenza coinvolgerebbe nella responsabilità non soltanto il gestore, ma anche l’istruttore.

 

 

 

 

 

Una buona disponibilità qualitativa e quantitativa di cavalli e pony della scuola è indispensabile per aumentare il numero dei soci e per dare all’istruzione anche un fine educativo (“Affinché lo sport equestre sia educativo”).

Gli istruttori sono il punto di riferimento dei soci e devono quindi essere altamente professionali sia sul piano tecnico che su quello educativo.

 

 

 

 

 

La qualità della gestione si manifesta, oltre che nella manutenzione puntuale, nel governo del personale che si riflette nel modo di tenere i cavalli.

 

 

 

 

 

 

Lo statuto federale prevede una serie di parametri che devono essere rispettati per poter ottenere lo status di centro affiliato alla FISE.  Il controllo di questi parametri è affidato ai comitati regionali.  Purtroppo la realtà e l’esperienza mi insegnano che questo controllo è poco presente ed inefficace perché il desiderio di aumentare il numero dei centri, con relative quote, prevale sul rispetto delle regole.   Regole poi i cui parametri sono già ridotti al minimo.

Vi sono troppi centri dove gli impianti sono senza alcun drenaggio, le scuderie hanno box troppo piccoli e mal dimensionati, le lettiere sono delle letamaie, i gestori speculano sulla quantità e la qualità delle profende dei cavalli!  Si potrebbe pensare, per i gestori, ad una specie di patente a punti terminati i quali l’affiliazione viene sospesa.

I centri affiliati sono obbligati ad avere una struttura democratica (sentenza CTP Firenze 2014): significa che deve essere convocata l’assemblea dei soci (non tesserati e tesserati che pagano la quota sociale) per l’elezione del Presidente, nonché le assemblee dei tecnici, dei cavalieri e dei proprietari per l’elezione dei rispettivi rappresentanti.

Il nuovo Presidente ha le capacità e la determinazione per riformare profondamente la struttura federale allo scopo di portare il nostro sport al livello dei migliori;  i settori chiave sono la formazione, per la quale è già stato designato un tecnico idoneo,  ed i centri ippici, appunto!

Mi aspetto quindi nuove regole e nuovi controlli con relative responsabilità.

Carlo Cadorna.

4 Responses to “I NOSTRI CENTRI IPPICI”

  1. giuseppe maria de nardis #

    Pienamente condivisibile l’idea di migliori controlli sui centri ippici e priorità assoluta al ritorno ad una formazione che sia tale, con piena speranza che la dirigenza FISE voglia intraprendere il cammino verso il ritorno all’equitazione caprilliana.
    Scrivendo dalla “provincia” (AP/TE), non posso non rappresentare lo stato di grave crisi che si abbatte su tutte le attività economiche, maxime sulle attività che non riguardano beni primari, quindi largo ad uomini di cavalli e non a burocrati (che non distinguono le profende dalle fiande) nel controllo dei centri.
    Mi associo agli auguri che Lei fa a tutti noi che La leggiamo e seguiamo, ed in particolare La ringrazio per continuare a tenerci desti ed informati.
    Auguri e grazie dell’ospitalità,
    giuseppe maria de nardis

    26 Dicembre 2012 at 19:11 Rispondi
  2. Filippo Gargallo #

    A differenza degli altri sport, nell’equitazione vi è impegnato (e sopporta il maggior sforzo) un altro essere vivente. Che non ha chiesto questo destino e che ha delle esigenze legate alla sua natura. Tenere male un cavallo, sopratutto in una scuola dove si dovrebbe insegnare l’esatto contrario, è contro la logica delle cose. Ed è contro le norme che regolano il benessere degli animali, prevedendo pene per il maltrattamento.
    Filippo Gargallo

    2 Gennaio 2013 at 14:54 Rispondi
  3. Pensavo di mettere il vostro logo sul nostro sito con il vostro link per dar modo ai nostri visitatori di conoscere il vostro blog. Cosa ne pensi?

    16 Maggio 2013 at 23:43 Rispondi
    • lastriglia #

      Positivo!

      17 Maggio 2013 at 04:28 Rispondi

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