About the Post

Informazioni Autore

EQUITAZIONE: TECNICA – RISPETTO – SICUREZZA

Dopo le olimpiadi di Monaco, il grande cavaliere e giudice di Dressage Alois Podhajsky, passato alla storia per aver convinto, con un’esibizione, il generale Patton a salvare i cavalli lipizzani della Scuola di Vienna,  lanciava un grido di allarme. Molti cavalli, alla ricerca delle andature riunite, avevano perso le andature naturali mostrando un addestramento di base difettoso e quindi in contrasto con gli scopi del dressage:  lo sviluppo armonioso dell’organismo e dei mezzi del cavallo (Reg. art. 401).

Oggi, che il dressage ha avuto uno sviluppo ed una diffusione grandissimi e, di conseguenza, una grande influenza sulle altre discipline, il problema merita un’attenta analisi;   anche per le conseguenze sulla sicurezza e sul benessere di entrambi, cavallo e cavaliere. Occorre anzitutto fare una precisazione e distinguere il Dressage, inteso come disciplina  olimpica e di alta specializzazione equestre dal dressage come addestramento di base del cavallo (“Cross country:  equitazione in declino?”).

Il Gen. Decarpentry (Equitation Academique)  afferma che al Dressage possono accedere soltanto quei cavalieri e quei cavalli che hanno raggiunto un perfetto grado di maturazione nell’equitazione di base.

Il tedesco Winkler (Cavaliere da Ostacoli), olimpionico nelle tre discipline, conferma che esse hanno in comune il lavoro di base ma poi si differenziano nella specializzazione.

Oggi, le conoscenze tecniche ed i mezzi audiovisivi permettono un approccio razionale all’addestramento del cavallo nel rispetto della sua struttura osteo-muscolare e delle leggi della Fisica.  Il cavallo si muove utilizzando le oscillazioni della sua linea dorsale che mettono in funzione le articolazioni posteriori che agiscono come leve e trasmettono il movimento.

Queste leve hanno due funzioni da assolvere:  quella di spingere il cavallo in avanti (risultante verso l’avanti) e quella di assicurare la leggerezza e l’equilibrio(risultante verso l’alto).

Se una leva assolve una funzione al massimo grado, sarà limitata la sua possibilità di assolvere anche l’altra funzione. Vuol dire che se un’articolazione deve assolvere alla funzione di sostenere parte della massa del cavallo, avrà una possibilità limitata di spingerla in avanti.

E’ quindi razionale che i ruoli vengano distinti:  che le articolazioni alte, lombo-sacrale e coxo-femorale siano deputate al sostentamento e quelle basse, ginocchio e garretto (che sono solidali),  alla spinta in avanti.

Le articolazioni alte possono funzionare soltanto se il cavallo ha libertà d’incollatura e di reni, almeno fino a che queste non sono sostenute da una fortissima massa muscolare.

Questo significa che la spinta deve procedere dall’indietro in avanti: la mano quindi non deve mai tirare ma solo contenere perché i muscoli si sviluppano quando si contraggono.

Ma per potersi contrarre, devono prima distendersi.

Queste considerazioni scaturiscono soltanto dalla logica:  eppure, ora che un grande imprenditore ha messo a nostra disposizione un canale televisivo interamente dedicato ai cavalli, possiamo osservare come esse siano puntualmente disattese.

Cominciamo dal Dressage dove le deviazioni coinvolgono il comportamento dei giudici. Possiamo osservare dei cavalli “campioni” esaltati da un commentatore e da giudici che sono sonoramente smentiti dalla coda roteante del cavallo(schiena rigida): un comportamento che avrebbe dovuto essere sanzionato (Reg. art. 416.2) ma evidentemente non lo è stato(“Cultura, benessere, linguaggio del cavallo”).

Addirittura cavalli che ottengono la media del nove ma non hanno andature allungate perché la linea dorsale è incapace di estendersi :  di conseguenza non possono coprire maggiore spazio.

E’ evidente che siamo al circo equestre!  Per fortuna senza danno anche se è profondamente ingiusto nei confronti dei cavalli che lavorano in modo corretto.

Purtroppo non è così nel completo dove, una prima prova sempre più orientata verso le andature rilevate ha perso di vista la sicurezza dei cavalli che devono saltare ostacoli fissi.

Perché il cavallo, quando è incapace di estendersi correttamente è impossibilitato a rimediare ad un errore del cavaliere o ad un avvicinamento sbagliato.  Sembra che qualcuno abbia pensato di realizzare degli ostacoli mobili:  siamo ad un film di Ridolini!

Debbo precisare, per i lettori che hanno la pazienza di leggermi, che ho montato in completo per 40 anni: ho avuto un solo incidente dovuto a condizioni atmosferiche particolari.

Nel salto ostacoli, per fortuna, sono le barriere a fare giustizia;  almeno quando i percorsi sono di alto livello tecnico.  Ne abbiamo avuto una prova a Ginevra dove l’equitazione tedesca è uscita battuta: i suoi cavalli non rientrano con gli anteriori perché i cavalieri, non lasciando scorrere i cavalli, bloccano le articolazioni alte. Mentre si è imposto il francese Staut con un cavallo lavorato e montato in modo esemplare.

E’ evidente che un addestramento condotto in modo poco corretto ha una influenza negativa sul benessere del cavallo e quindi sul suo carattere.

Quello di cui si parla poco è il benessere del cavaliere, altrettanto importante. Ho accennato ai pericoli insiti in un’equitazione irrazionale.  Ma pensiamo in positivo!

Non comprendo quale piacere possa provare un cavaliere nel montare un cavallo rigido, pesante sulla mano e che, non potendo partecipare alla realizzazione del compito che gli viene ordinato, lo svolge passivamente, senza impegno.

In piano un cavallo è piacevole quando dà l’impressione di lavorare di sua iniziativa (Reg. art. 401.3) manifestando un equilibrio naturale ed armonioso (Reg. art. 401.5).

Sugli ostacoli quando li affronta con attenzione regolando la falcata e librandosi nell’aria con leggerezza.

Quando lavora così, il cavallo è consapevole di quello che fa e ne prova giusta soddisfazione. Anche il suo aspetto fisico ne sarà influenzato ed il carattere diventerà dolce ed amichevole.

Potrà così avere una grande influenza positiva anche sul benessere fisico e morale del cavaliere.

                                                                                           Carlo Cadorna

Ancora nessun commento.

Lascia un commento