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IL NUOVO REGOLAMENTO DEL SALTO OSTACOLI

Negli anni ‘60 e ’70 frequentavo il sellaio della caserma del Reggimento CC a cavallo. Il mercoledì pomeriggio mi attardavo ad osservare, nel campo ostacoli sottostante, Raimondo D’Inzeo che preparava i suoi cavalli in partenza per qualche concorso.

C’erano due carabinieri che, sotto il Suo attento controllo, gli scaldavano i cavalli. Egli li montava a turno e, dopo una brevissima messa a punto, effettuava un percorso, come fosse una gara a tempo, saltando molti ostacoli in obliquo.

La logica era quella di poter puntare alla vittoria fin dal primo giorno:  i cavalli si caricavano di quell’esaltazione ben descritta dal fratello Piero nel suo libro “Oltre la vittoria”. Quello che mi colpiva maggiormente era la libertà che Raimondo concedeva ai suoi cavalli  in prossimità del salto.  Libertà d’incollatura e di schiena per permettere ai cavalli di esprimere al meglio le loro attitudini: rientrare con gli anteriori,  caricare flettendoli i posteriori ed effettuare una parabola corretta.

Tornando ai giorni nostri, quello che sorprende è che tutti si spendono nel ricordare i trionfi passati ottenuti dai fratelli d’Italia;  ed è comprensibile perché nello sport ci vogliono dei campioni altrimenti decade nell’immagine e nelle adesioni.

Quello che non è comprensibile è che si faccia l’esatto contrario con il benestare della FISE. Infatti, il nuovo regolamento permette l’uso delle redini di ritorno in campo prova, anche nel salto, e nei percorsi di esercizio per cavalli di 5-6 anni.

Le redini di ritorno, nell’uso che ne viene fatto nel 90% dei casi, bloccano l’incollatura in una posizione più o meno bassa flettendola.  La FEI, dopo aver consultato un pool di esperti, ne ha vietato l’uso troppo costrittivo ed ha consentito di tenere l’incollatura in una posizione per un massimo di 10 minuti.

Il dott. Giniaux, punto di riferimento dell’osteopatia mondiale,  afferma infatti che tenere a lungo l’incollatura in una posizione bassa, provoca gravi lesioni dorsali; inoltre ha rilevato, in tutti i cavalli che usano le redini di ritorno, problemi ai navicolari. Ed è comprensibile perché il cavallo riesce, per sua costruzione fisica, a compensare l’abbassamento dell’incollatura con il maggiore impegno dei posteriori soltanto se può avanzare con il naso davanti alla verticale.

Occorre qui precisare, per i lettori che non fossero informati sull’argomento, che le regole dell’Equitazione prevedono che si ottenga l’abbassamento dell’incollatura attraverso delle piccole resistenze della mano, all’impulso,  verso l’alto (richiesta) seguite immediatamente da una ceduta (premio).  Le redini di ritorno hanno quindi anche il grave difetto di rendere insensibile la mano del cavaliere e, di conseguenza, la bocca del cavallo.

E non si dica che sono cambiati i percorsi, perché proprio la complessità tecnica dei percorsi odierni, richiede una maggiore rispondenza delle bocche dei cavalli.

Che non si ottiene certo con le imboccature forti che, chiudendo il cavallo davanti aggravano lo squilibrio, ma piuttosto con un migliore addestramento.

La posizione della FISE è ancora più grave perché in Italia il maltrattamento degli animali, che certamente si prefigura soprattutto con i cavalli giovani perché hanno una muscolatura dorsale in formazione, è un reato penalmente perseguito.

                                                                           Carlo  Cadorna

4 Responses to “IL NUOVO REGOLAMENTO DEL SALTO OSTACOLI”

  1. 544 ter. E’ questo l’articolo del Codice Penale che prevede il reato di maltrattamento degli animali. E’ evidentemente il frutto della maturata sensibilità della nostra comunità nei confronti degli animali ed è quindi una fattispecie di reato da poco introdotta nel nostro ordinamento. Oltre ad una pena detentiva è prevista una (più probabile) pena accessoria di natura finanziaria. Ma ciò che balza all’occhio è la previsione di incorrere nel reato non solo per un vero e proprio comportamento maltrattivo nel senso della gratuita tortura ma anche la previsione di contemplare la capacità di ogni animale a sopportare un congruo sforzo e non superare questa una soglia. Mi sono più volte chiesto quale sia questa soglia nell’equitazione e se è possibile prevederla con uno standard da porre come linea di comportamento, standard chiaramente adeguato ai diversi stadi di preparazione atletica di un cavallo. E’ pura teoria o può trovare un’applicazione pratica un siffatto ragionamento?

    21 Agosto 2011 at 08:57 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      Il limite è superato quando non c’è un recupero dalla fatica in tempi accettabili (10 ‘/ 60 battiti). I veterinari possono accertarlo con facilità. Nelle gare di endurance questa prassi viene messa in atto durante le soste.
      Dovrebbe esserlo anche al termine del cross-country del completo.

      22 Agosto 2011 at 19:44 Rispondi
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    15 Novembre 2023 at 23:23 Rispondi
    • lastriglia #

      Many thanks to You!!!

      17 Novembre 2023 at 11:08 Rispondi

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