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APPOGGIO E CONTATTO

 

Questo cavaliere è puntato sulle staffe e seduto sulla paletta della sella: si fa portare come un peso morto che preme su una zona sensibile -quella dorsale- della colonna vertebrale (“L’osteopatia”). Il cavallo ha l’incollatura gonfia e senza estensione (“Giudicare i cavalli”).

 

 

 

 

 

                                                      La conoscenza di questo argomento è fondamentale per comprendere e giudicare correttamente (“Giudicare i cavalieri”) la qualità dell’equitazione praticata da qualsiasi cavaliere. 

L’appoggio è riferito al cavallo e misura l’energia con la quale il cavallo preme nella mano del cavaliere. 

Si può pensare l’appoggio come un sentimento reciproco tra cavallo e cavaliere , come un’intesa di forze emananti dalla mano e dalla bocca , immaginando che da questa esca una freccia, nella direzione dell’asse del cavallo, rappresentante la risultante di tutte le forze del sistema muscolare.  Nessuna forza deve disperdersi per vie divergenti, tutte devono convergere nella mano secondo la direzione di marcia. Questo si ottiene quando il cavallo è diritto (“La distribuzione del lavoro”).

 

 

 

 

 

 

Il contatto è riferito al cavaliere e misura la  sensibilità, il sentimento  e la conoscenza della sua mano  nei confronti della bocca e della meccanica del cavallo.  

E’ evidente che la qualità dell’appoggio  dipende dall’impulso –che si esprime attraverso la tensione dorsale- e quella del contatto dall’equilibrio che richiede la maggiore leggerezza possibile. 

Appoggio e contatto si influenzano a vicenda:  senza appoggio non vi può essere un giusto contatto perché la mano può agire efficacemente soltanto regolando l’impulso(come il timone di una barca a vela funziona soltanto se c’è vento);  ed un contatto sapiente  che insegni al cavallo ad inarcare la linea dorsale lo  aiuta  a sviluppare l’impulso.  

 

Ma un contatto sapiente dipende da due fattori:  la conoscenza ed il tatto del cavaliere e la qualità del suo assetto.  Se un cavaliere non è ben inserito nel movimento del cavallo non potrà avere una buona mano:  ed il cavaliere ben inserito è quello che tende sempre  ad inforcarsi.  

Sorprende quindi la “spocchia” con la quale un cavaliere francese(foto in alto), innamorato della scuola olandese, afferma che la roll-kur è l’unico metodo  per ottenere l’impegno della schiena del cavallo.  Per i lettori  meno informati ricordo che la roll-kur è una specie di “incravattamento” dell’incollatura del cavallo per ingabbiarla nella mano del cavaliere effettuata unendo le redini, tenute molto corte,  sopra la criniera del cavallo. 

Tale metodo brutale è stato vietato dalla FEI (e recentemente dalla legislazione svizzera e italiana) e desta meraviglia che una nota rivista internazionale pubblichi certe affermazioni  senza fondamento e lesive del benessere del cavallo.  Tanto più in quanto sono le affermazioni di un cavaliere che non sa montare a cavallo avendo un assetto che sfila indietro anziché avanzare nella sella. 

Questi fatti sono lo specchio delle contraddizioni che ancora sopravvivono nell’ambiente equestre, soprattutto quello che non deve affrontare la controprova del salto. 

Un cavaliere degno di questo nome sa esercitare lo stesso controllo sulla meccanica e sulla sottomissione del cavallo con le redini relativamente lunghe, rispettando la necessità del cavallo di avere il libero uso dell’incollatura per poter trovare l’equilibrio:  lo ottiene attraverso lo sviluppo della muscolatura e, quindi, della tensione dorsale. 

 

 

 

 

 

  Lo stesso cavaliere afferma che il contatto deve essere forte confondendolo con l’appoggio:  lo vorrei vedere andare a saltare un verticale trasparente di 1.60 con un contatto forte.  Se monta un buon cavallo si fermerà o scarterà sicuramente  per spirito di sopravvivenza e rispetto. 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                               In Equitazione, qualunque sia la disciplina praticata ,  il contatto deve essere leggerissimo:  si ottiene alleggerendolo con la mezza fermata ogni qualvolta tende ad appesantirsi ricordando sempre che il cavallo per equilibrarsi deve flettere le articolazioni alte e lo può fare soltanto se ha il libero uso della schiena e dell’incollatura

L’appoggio invece deve essere consistente perché determina la franchezza del cavallo e si incrementa con l’esercizio delle transizioni ed il lavoro in dislivello (perché aiutano il cavallo ad usare la schiena).

                                                                                                            Carlo Cadorna

 

9 Responses to “APPOGGIO E CONTATTO”

  1. giuseppe maria de nardis #

    Oltre alla consueta chiarezza espositiva (merce rara) ed al valore tecnico dei contenuti (merce ancora più rara: provare tra gli istruttori), questo blog ha il grande pregio di trovare l’immagine giusta per ogni situazione tecnica affrontata (superando anche Steinkraus ed il suo “Il Salto nell’Equitazione”).
    La FISE, se esistesse, lo potrebbe semplicemente adottare come Manuale.

    giuseppe maria de nardis

    30 Marzo 2014 at 10:16 Rispondi
    • lastriglia #

      C’è qualcuno che mi vuole confondere… Grazie di cuore!

      30 Marzo 2014 at 23:33 Rispondi
  2. Grazie per il Suo intervento, mi fa sentire meno solo nel proporre proprio i concetti che Lei ha esposto in maniera esemplare. Un approccio metodologico per me irrinunciabile, frutto di quell’equitazione a cui sono stato educato.
    E’ sorprendente che il Testo guida della Federazione Italiana Sport Equestri abbia riservato poco spazio ai fondamentali del Sistema di equitazione naturale e nessun accenno al Maestro; citando però molteplici riferimenti alle scuole di oltre confine.
    Mi è capitato, durante un corso di formazione per Tecnici Fise, di esporre la nozione relativa alla “ceduta”, fattore strettamente legato a quanto dal Lei esposto e consequenziale, inaspettatamente ho trovato una incomprensibile resistenza da parte dei colleghi docenti, “luminari” accasati a Roma, che non solo non erano a conoscenza di questo principio fondamentale, ma lo hanno contestato perché “non contemplato dai sacri testi”…
    Strano Paese quello italico, in prevalenza esterofilo e poco acculturato, soprattutto nell’equitazione.

    Cordialmente,
    Tiziano Bedostri

    31 Marzo 2014 at 09:43 Rispondi
    • lastriglia #

      La redazione del testo guida è stata soltanto l’occasione per regalare 400 mila euro nostri a dei personaggi privi di cultura generale ed equestre. La parte tecnica fa schifo! Non è descritto l’assetto sotto il profilo funzionale; vi sono disegni errati ed in contraddizione tra di loro(guardi quelli del salto nella seconda parte della parabola che contraddicono la legge di gravità!).
      Ma vede, chi sostiene delle tesi palesemente errate deve essere pronto a fare la parte dello “stupido”, almeno finchè in Italia c’è la libertà di stampa.

      31 Marzo 2014 at 13:05 Rispondi
  3. Ancora grazie per la Sua modalità diretta e inequivocabile nell’esporre un giudizio che condivido appieno.
    Conosco bene la vicenda da Lei esposta dalla quale presi pubblicamente le distanze. Pagai a caro prezzo il mio civile e fermo dissenso (non solo sul testo guida e conseguente distribuzione di “oboli”).
    E’ vero che nel nostro Paese esiste fortunatamente la libertà di stampa, ma le forme di opposizione sono sovente soppresse tramite l’abuso di potere, mediante sottili minacce e sibillini ricatti, da parte di personaggi che da immemore tempo albergano nelle stanze del potere.
    L’unica speranza è nel risveglio della coscienza democratica, purtroppo da immemore tempo calpestata nel nostro settore.

    Grazie per l’ospitalità,
    Tiziano Bedostri
    (affezionato lettore de La Striglia)

    31 Marzo 2014 at 20:38 Rispondi
  4. Filippo Gargallo #

    Appoggio e contatto. Con questi concetti semplici, si fa più in fretta a comprendere e quindi successivamente ad insegnare l’equitazione. Eh, si, Sig. Colonnello, alla fine Ti toccherà scriverlo questo manuale …..
    Filippo Gargallo

    7 Aprile 2014 at 18:32 Rispondi
    • lastriglia #

      Sono tutti concetti già scritti, da qualche parte. Cerco soltanto di ordinarli in modo logico e comprensibile in modo che ogni attento lettore possa acquisire un metodo di sicuro successo.

      8 Aprile 2014 at 00:09 Rispondi
  5. giancarlo mazzoleni #

    sono felice di leggere principi di equitazione che salvaguardano il benessere del cavallo. Anche se non condivido tutto al centesimo ( ma che arte sarebbe un equitazione in cui non c’è confronto purché la barra sia ferma sul benessere) non posso che plaudire molti degli articoli da Lei pubblicati. grazie
    Giancarlo Mazzoleni

    18 Gennaio 2016 at 19:10 Rispondi
    • lastriglia #

      Gentile Dott. Mazzoleni, ho avuto in dono da un comune amico un Suo libro: quindi, indirettamente La conosco ed ho apprezzato quanto da Lei scritto. Sarebbe interessante discutere amichevolmente a proposito di quanto da Lei non condiviso: la mail è lastriglia.com@gmail.com

      19 Gennaio 2016 at 05:42 Rispondi

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