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L’USO DELLA FORZA

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Ho sempre condannato,  negli articoli pubblicati  in questo blog, l’uso della forza con i cavalli perché invariabilmente,  obbligando il nostro partner  a compiere degli esercizi per i quali non è predisposto,  produce in lui (se obbedisce)  la necessità di utilizzare altri  muscoli rispetto a quelli che dovrebbero agire per produrre la funzione richiesta.

Si tratta delle famose compensazioni  che producono danni gravissimi il cui apprezzamento non è immediato ma diluito nel tempo.

Sappiano i lettori che il mio attuale cavallo (Utah),  scartato in Olanda, malgrado l’evidente qualità,  perché non solo non si è mai sottomesso ma ha sviluppato delle difese che lo rendevano pericoloso da maneggiare e da montare,  si è prodotto (compensandosi) una contrattura muscolare sulla groppa che, dopo essere stata curata (cinque mesi di magneto- terapia regolata al massimo) si presenta ora come una cicatrice profonda di 10 cm. di lunghezza!  Ed  altri otto mesi sono stati necessari per ricostruire la muscolatura atrofizzata(“L’osteopatia”).

Quindi, l’uso della forza costituisce un vero e proprio maltrattamento di animale.  Vediamo ora di inquadrare meglio le modalità attraverso le quali un cavaliere può ricorrere all’uso della forza.

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Il quadro culturale l’ha inventato il famoso matematico Archimede che,  durante le guerre puniche,  consentì alla città di Siracusa, assediata dai romani, di resistere lungamente, tanto che fu conquistata con l’inganno.  Egli aveva scoperto la leva e, con l’applicazione di questo concetto moltiplicatore della forza,  aveva costruito molte macchine da lancio:  ha lasciato ai posteri la famosa frase: ”Datemi una leva e solleverò il mondo”.

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Con il cavallo la forza si può applicare con gli aiuti:  la mano diventa veramente forte quando utilizza una leva:  infatti la struttura di un cavallo riesce a sopportare la forza esercitata in modo diretto soprattutto da parte delle donne (“portandosele dietro” come si dice nel gergo equestre):  ne abbiamo un esempio nell’amazzone (che io non apprezzo affatto- la vorrei vedere sul mio cavallo….)  Edwina Alexander che monta seguendo i precetti dell’equitazione di scuola.

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Invece l’applicazione di una leva all’incollatura determina il blocco dell’oscillazione dorsale e la sua pressione, agendo in senso contrario alla natura (dall’avanti all’indietro) produce lo schiacciamento delle articolazioni posteriori e gravi contratture muscolari.  Agiscono secondo il principio fisico della leva tutte le redini ausiliarie( di ritorno, gogue etc…) ed anche le doppie redini perché quella esterna appoggia sul posteriore del cavallo(“Un istruttore sfortunato”).

Sento molti cavalieri affermare che le usano tenendole lente:  significa che non conoscono il funzionamento di una leva perché moltiplicano ugualmente la forza della mano.  Bisogna anche tener conto che basta il peso di una redine per avere effetto sulla struttura del cavallo (“Il lavoro nel tondino”).

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L’uso della forza può essere esercitato anche con le gambe e con l’assetto.  Esso ha effetti diversi e meno invasivi:  l’uso della forza con le gambe è negativo perché rende il cavallo meno sensibile(teoria dei rinforzi) e meno reattivo alla loro azione.  L’uso contemporaneo e forte delle gambe e dell’assetto tende a rendere il cavallo rigido (perché mette i muscoli sotto sforzo) ed è quindi una procedura fisiologicamente errata (il cavallo della foto è il famoso Totilas, tanto ammirato, a torto, da giudici e pubblico).

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Si deve invece far comprendere al cavallo,  attraverso la giusta postura, quello che facilita il suo movimento corretto mirando così ad ottenere la sua collaborazione.

Perché soltanto con la collaborazione del cavallo l’addestramento riuscirà a raggiungere lo scopo che si propone:  lo sviluppo armonioso dell’organismo e dei mezzi del nostro amico.

Se la FISE avesse un’etica ed una conoscenza tecnica,  chiederebbe alla FEI di rendere obbligatorio, in alcuni movimenti delle riprese di dressage, l’uso di una mano sola come fa spesso la nostra Valentina Nazionale.  A questi movimenti potrebbe essere assegnato un punteggio raddoppiato.

Carlo  Cadorna

4 Responses to “L’USO DELLA FORZA”

  1. Naty #

    Sante Parole!
    Un articolo che deve invitare tutti a riflettere..soprattutto coloro che hanno il delicato compito di trasmettere ai giovani, ai bambini e anche ai semplici amatori che la forza con i cavalli è davvero inutile e controproducente!!! Non é una fandonia ,non è una credenza popolare ma semplice esperienza e buonsenso, qualità proprie del colonnello Cadorna!
    Lei é un vero uomo di cavalli dal quale dovremmo tutti imparare, e seguire gli insegnamenti che ci sta lasciando per poi trasmetterli ai più giovani affinché possano lasciarli a loro volta così da tramandare il vero sentimento equestre e la giusta tecnica nel rispetto del benessere psico-fisico del cavallo. Solo allora potrà ricambiare con slancio e leale collaborazione tutto quello che gli è stato donato ( affetto, cure , tempo, giusto lavoro, momenti di riposo ..etc)
    Impariamo a montare a cavallo!!! Non è affatto questione semplice… Forse dopo anni di giusto metodo ( le cose semplici sono le migliori le più efficaci e le più apprezzate dai nostri amici cavalli!!) e solo forse riusciremo a fare un piccolo passo.. Ma non pensiamo di essere arrivati!! A cavallo non si finisce mai, non si arriva mai e come disse un proverbio a me caro: la superbia arriva a cavallo e se ne va a piedi!

    20 Gennaio 2015 at 21:52 Rispondi
    • lastriglia #

      Mi fa arrossire…. La verità è che noi italiani potremmo essere i primi nel mondo se solo ragionassimo un pochino…

      21 Gennaio 2015 at 06:11 Rispondi
  2. Wow, that’s a really clever way of thikning about it!

    6 Luglio 2016 at 03:29 Rispondi
    • lastriglia #

      Thank You!

      6 Luglio 2016 at 03:43 Rispondi

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