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IL RILANCIO DI PIAZZA DI SIENA

 

 

 

 

 

Da un pò di tempo si discute, negli ambienti più qualificati quale quello degli storici e dei costituzionalisti, su come affrontare la sfida dell’era della digitalizzazione che porterà, in tempi brevi, la nostra società ad una vera e propria metamorfosi.

Ha fatto scuola il libro (La Costituzione e la Bellezza, La Nave di Teseo, Milano 2016) di un grande costituzionalista e di un grande storico dell’arte che, partendo dal famoso economista John Kenneth Galbraith (” Molto più che l’indice del PIL, nel futuro il livello estetico diventerà sempre più decisivo per indicare il progresso della società”), sostengono che la nostra Costituzione andrebbe rifondata soprattutto sulla bellezza.

 

 

 

 

 

 

La bellezza come identità culturale, come risultato della storia italiana, anche perchè la bellezza antica regredisce di fronte all’avanzata di brutture edilizie che sono il risultato della “mancanza di affetto” (G. Piovene, Viaggio in Italia, Mondadori, Milano 1957).

 

 

 

 

 

In questo quadro bene si inserisce il progetto avviato dalla FISE in accordo con il CONI ed il Comune di Roma per il rilancio del CSIO di Piazza di Siena: un concorso affermatosi nel mondo intero soprattutto per la sua unicità della bellezza dei luoghi inseriti nel magnifico Parco di Villa Borghese.

 

 

 

 

 

Nel tempo, per presunte esigenze tecniche (che peraltro potevano essere risolte diversamente come è stato fatto ai WEG di Stoccolma 1990 – copertura artificiale di colore verde), è stata violentemente rotta l’armonia dei luoghi fino a trasformarlo in un concorso uguale a tutti gli altri.

Si è quindi ritornati ad una copertura d’erba naturale posata, però, su di un fondo drenante. E’ stata anche avviata la ristrutturazione delle scuderie ospitate nel Galoppatoio e sono state trovate le risorse per portare il montepremi al livello più alto.

 

 

 

 

 

 

 

Vi sono quindi tutte le condizioni perchè il concorso non solo torni, ma superi gli antichi spendori.

Ma la bellezza non può essere disgiunta dal buon gusto: e questo è sinonimo di misura e moderazione, eliminando tutti quei particolari che derivano dal “voler apparire”.

Ritengo quindi che è necessario curare ogni dettaglio a cominciare dal parco ostacoli che, negli anni, è stato inquinato dallo stile Seul.

 

 

 

 

 

 

 

 

Come è già stato fatto l’anno scorso si potrebbero recuperare ostacoli costruiti con betulle e staccionate romane.

Negli anni ’50 i responsabili federali non erano forse dei grandi organizzatori ma sicuramente persone che conoscevano il buon gusto: si potrebbero recuperare, dai documenti fotografici, alcuni ostacoli caratteristici di quell’epoca, adattandoli alle esigenze tecniche odierne.

 

 

 

 

 

 

 

 

Infine non potranno mancare le azalee che erano la ciliegina sulla torta di uno scenario indimenticabile.

Carlo Cadorna

P.S. La FISE è uscita dal circuito delle coppe delle nazioni della prima divisione allo scopo di non essere condizionata da Longines nella scelta degli sponsors, ed è entrata nel circuito Rolex, ben più qualitativo:  è una scelta già fatta da Acquisgrana e Calgary e costituisce una grande scommessa.  Non possiamo che tifare per il successo dell’iniziativa!

 

One Response to “IL RILANCIO DI PIAZZA DI SIENA”

  1. giuseppe maria de nardis #

    Chi ha ancora negli occhi il Premio Azalee non può che tifare per il ritorno di Piazza di Siena alla sua vera essenza, fatta di Bellezza e di Semplicità, nel rispetto dell’armonia del luogo e della Natura.
    Aggiungo un ricordo pieno di riconoscenza per un grande appassionato di cavalli che tanto ha dato al mondo dei cavalli romano e non solo, il Dott. Mario Cassinelli.

    giuseppe maria de nardis

    8 Febbraio 2018 at 18:46 Rispondi

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