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CI VUOLE PULIZIA !!!

                                                 

 

 La grave crisi che ha colpito il nostro paese ha prima di tutto delle cause morali e, senza un’opera di pulizia profonda, non se ne può uscire.  Cercherò di spiegare perché.

Quando abbiamo aderito alla moneta unica (1998) ci eravamo impegnati a riportare i nostri conti in ordine diminuendo il nostro deficit di bilancio (la quota del bilancio dello stato che viene finanziata mediante prestiti obbligazionari) al di sotto del 60% del prodotto interno lordo (la ricchezza nazionale prodotta).  In seguito all’attentato alle torri gemelle di New York, che ha sconvolto l’economia mondiale, il rispetto di queste regole è stato rinviato.  Noi, mentre altri paesi europei si sono messi a posto, ne abbiamo approfittato per spendere allegramente ed indebitarci come prima.

Questa situazione è stata bruscamente bloccata dalla Germania che ha messo in vendita un grande quantitativo di obbligazioni italiane provocandone l’immediato aumento dei tassi d’interesse richiesti dal mercato internazionale a dei livelli per noi insostenibili.

La cura applicata dal passato governo, tesa a pareggiare il bilancio con l’aumento delle tasse, ha peggiorato la situazione perché la produzione di ricchezza nazionale è crollata.

Ora, possiamo uscire dalla crisi soltanto diminuendo la spesa pubblica di almeno 100 mld. che vanno impiegati, in parte, per diminuire le tasse e rendere così possibile una ripresa.

Questa cifra rappresenta un quinto della spesa dello stato e non può essere reperita senza provocare gravi conseguenze sociali:  quindi si può agire soltanto sui costi occulti, sulla semplificazione e razionalizzazione dell’apparato dello stato e sulla quota di interessi che paghiamo sul debito.

Il principale costo occulto è rappresentato dalla corruzione negli appalti pubblici valutata dalla Banca d’Italia in 60 mld.:  tutti i capitolati d’appalto vengono gonfiati allo scopo di ricavare denaro per sovvenzionare la politica a tutti i livelli. Una specie di circuito mafioso!

Per azzerarlo basta imporre l’adozione di costi standard, rilevati su base europea.

Per razionalizzare l’apparato dello stato, bisogna cancellare tutti gli enti di spesa non indispensabili:  provincie, comunità montane, enti pseudo culturali….

La spesa per interessi può essere ridotta sia diminuendo il debito totale mediante un accantonamento annuale (avanzo primario),  sia emettendo obbligazioni finanziate dal mercato interno tramite incentivi fiscali e morali, e sia offrendo in garanzia le proprietà dello stato che, quindi, non devono essere vendute anche per la difficoltà di trovare buoni acquirenti.

Ho fatto questa lunga premessa per dimostrare come, senza sconfiggere la corruzione, non se ne esce!

Nel nostro, molto più piccolo, mondo equestre è uguale:  da quindici anni la gestione federale è stata basata sullo scambio elettorale destinando risorse ingiustificate agli amici ed agli amici degli amici.  Nel frattempo, il finanziamento ordinario del CONI è venuto meno ed i costi sono ricaduti interamente sui tesserati:  l’ultima gestione ha raggiunto il massimo dello sperpero e dell’inefficienza anche per la colpevole connivenza del CONI.

Ora il CONI ha voltato pagina,  la FISE anche e ci aspettiamo, quindi, una razionalizzazione ed una riqualificazione morale della spesa, anche se i soldi li mette il CONI .

Di danni ne sono stati fatti abbastanza:  valga, ad esempio, la grave situazione del CEF.

 

                                                                                      Carlo Cadorna

3 Responses to “CI VUOLE PULIZIA !!!”

  1. giovanna binetti #

    e per ciò che riguarda l’equitazione, per i principianti: ripartiamo dal tallone basso e dalle mani avanti! E per il concorso ippico, (l’equitazione superiore che interessa a me, imparata dalla sottoscritta in famiglia ed a scuola D’Inzeo) studiamo bene cos’é e rispettiamo l’ IMPULSO.
    Ciao Colonnello!

    26 Febbraio 2013 at 07:51 Rispondi
  2. Filippo Gargallo #

    Il paragone tra la finanza italiana e l’equitazione italiana è stimolante. Mi permetto un’altra provocazione: non sarebbe bene in entrambe i casi attuare la formula keinesiana del moltiplicatore? Maggiori investimenti dello Stato e minori tasse per sviluppare la propensione alla spesa utile della popolazione in un caso (finanza dello Stato) e maggiori possibilità per allievi, proprietari dei cavalli e gestori dei centri ippici nell’altro caso.
    (E comunque e sempre: giù i talloni!)
    Filippo Gargallo

    13 Marzo 2013 at 17:37 Rispondi
    • lastriglia #

      In tema di finanza non credo allo sviluppo infinito, ma a quello selettivo e sostenibile(anche con riferimento all’ambiente). I maggiori investimenti dello Stato devono riguardare i settori trainanti (nuove tecnologie (per creare valore aggiunto), trasporti, energia) e le risorse devono provenire da tagli della spesa improduttiva. Lo stesso per le tasse che devono diminuire drasticamente. Le teorie di Keynes(sostegni all’economia a debito) mi sembrano superate perchè generano inflazione: è la politica di Obama che stampa dollari generando una specie di catena di S. Antonio dove, alla fine, qualcuno(quello che resta col cerino in mano) dovrà pagare. Mi sembra migliore la politica tedesca: il guaio della Germania è che si prende i soldi all’1% mentre noi li paghiamo il 6%: così affama le nostre imprese e poi se le compra a quattro soldi….

      14 Marzo 2013 at 06:20 Rispondi

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