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IL FUTURO DEL CONCORSO COMPLETO

 

Dopo aver visto il completo di Burghley mi sono chiesto, come già tante volte in passato,  come può sopravvivere una formula così incoerente con gli obiettivi e le caratteristiche di uno sport moderno.  Il problema è nato quando si è deciso di modificare una formula militare che serviva per selezionare i cavalli per trasformarla in una specialità multidisciplinare.  Senonchè la multidisciplinarietà è resa difficile ed incoerente nei fatti dalle modalità che presiedono al giudizio nella prova di dressage.

Già è profondamente anomalo che una prova che determina una classifica soggettiva abbia un peso così rilevante.  E’ un dato di fatto che spesso i tre giudici non concordano, con delle differenze di classifica notevoli. Questo aspetto si è aggravato da quando i giudici formati per il dressage puro hanno “invaso” l’ambiente del concorso completo,  portando una cultura (“Cross-country: equitazione in declino?”) che pretende di essere artistica ma che in realtà contrasta profondamente con una visione dinamica e moderna del nostro sport (“Equitazione: tecnica, rispetto, sicurezza”).  D’altro canto, un giudice “onesto con se stesso”, dovrebbe sentire come una bocciatura il fatto che un cavallo, al quale ha dato un punteggio altissimo,  non confermi nelle altre prove l’addestramento da lui stesso giudicato eccellente!

Il risultato è che in un cross-country a 4 stelle come quello di Burghley,  dove vengono proposte (Mark Phillips) delle difficoltà che soltanto la piena collaborazione del cavallo consente di superare senza rischio,  tutti i cavalli che sono preparati con le tecniche del dressage di origine tedesca sono stati in grave difficoltà (mi ha colpito negativamente l’inglese Peggy French):  la stessa Klimke  che ha l’esperienza di pochi e monta un fuoriclasse ha compiuto un percorso pieno di rischi e francamente sgradevole per chiunque ami i cavalli.   Ha ottenuto nella prova di dressage un punteggio eccellente nonostante il cavallo abbia le anche alte  e nessuno sviluppo dell’estensione dell’incollatura (foto sotto).

 

Di contro, i neozelandesi che vengono dalle corse e praticano l’equitazione naturale hanno letteralmente occupato la prima pagina della classifica:  in particolare Jonathan Paget (il vincitore) ha dato una lezione di equitazione naturale (nella foto in alto, notare l’impegno del posteriore e la leggerezza del treno anteriore).  Con il suo cavallo meno esperto, in un passaggio molto difficile, ha addirittura lasciato le redini ed abbracciando il collo del suo cavallo gli ha detto: “fai tu”!  Ed il cavallo ha risolto da solo ed in bello stile la situazione.

 

Poiché quello che si è visto a Burghley contrasta decisamente con la tanto declamata volontà di rispettare il benessere del cavallo,  o si interviene sulla qualità del dressage, cosa non facile, o sulla costruzione dei percorsi.  Alle olimpiadi il percorso ha selezionato senza determinare nessun incidente (ma era un 3 stelle!).   Un bravo costruttore può fare tutto, soprattutto quando il terreno presenta molti dislivelli come a Burghley.

Il problema è già all’ordine del giorno della FEI perché lo storico costruttore di Badminton, H. Thomas, è stato licenziato per aver costruito un percorso giudicato troppo facile per la categoria.  Thomas, che conosco, è un ottimo costruttore che non ha mai messo delle “trappole”.  Sarà sostituito dal nostro G. della Chiesa che, oltre ad essere competente, è intelligente e capace.  Avrà sicuramente successo.

Ma sarebbe molto più logico e coerente intervenire sul giudizio della prova di dressage,  eventualmente modificando le riprese in modo da mettere in maggiore evidenza l’uso che fanno i cavalli della schiena.  Si potrebbe poi destinare un punto d’insieme di valore doppio alla decontrazione.  Ai lettori che hanno la pazienza di leggermi, per meglio comprendere che cosa significa usare la schiena,  propongo un esempio.

La riunione (“La riunione”, “L’equitazione naturale e la riunione”) determina la capacità da parte del posteriore del cavallo di portare una parte consistente della massa del cavallo stesso:  si ottiene con la flessione delle articolazioni alte posteriori che determina un grande sviluppo della muscolatura dorsale.  La conseguenza è che il cavallo rallenta il ritmo senza perdere impulso (perché non rincorre più il suo equilibrio): in altre parole, l’impulso diventa indipendente dalla velocità.  La massima riunione al galoppo si vede nella piroetta: i cavalli realmente riuniti, che usano la schiena, rallentano moltissimo il movimento del galoppo, pur conservandolo unito (Dujardin).  I cavalli invece che il cavaliere pretende di riunire con la forza dell’assetto (Gal), ma in questo modo flettono solo i garretti, affrettano il movimento dei posteriori che faticano a coordinarsi.  Sul salto una tale pretesa riunione determina, da parte del cavallo, una violenta reazione di liberazione da una postura che non è stata accettata (foto sotto nella quale la rigidità della schiena è messa in evidenza anche dalla coda).

 

Una considerazione finale:  il commento televisivo ha definito  lo stile di Paget innovativo ed originale. Questo dimostra una volta di più le gravi deficienze culturali  dell’ambiente equestre,  perché è in ritardo di un secolo!

Carlo Cadorna

P.S.  Il controllo antidoping ha rilevato la positività a due psicofarmaci vietati dei cavalli di Jonathan Paget  e  Kevin McNab:  i due cavalieri, che hanno negato, sono stati sospesi fino al termine della procedura (l’analisi del campione B ha confermato la diagnosi) e si attende il giudizio del tribunale FEI che non potrà che essere severo.  Si tratta della reserpina, un calmante estratto da alcune piante presenti nel sud-est asiatico e commercializzato soltanto in Australia e Nuova Zelanda.  Il problema del doping è grave e necessita grande severità: se la presenza della sostanza è accertata, indipendentemente da chi ce l’ha messa, è un fatto che la prestazione del cavallo nel dressage è stata “aiutata”.  Sarebbe la fine del nostro sport!

 

 

2 Responses to “IL FUTURO DEL CONCORSO COMPLETO”

  1. giuseppe maria de nardis #

    Nel completo lo strapotere allevatoriale tedesco ha imposto modifiche alla disciplina, aumentando il peso specifico del dressage, a scapito del carattere originale, per favorire il proprio allevamento.
    In Inghilterra qualche organizzatore cerca di reintrodurre la prova di steeple e di fondo, col favore di molti cavalieri e tra questi della Panizzon.
    Non ho seguito la prova commentata in tv e così mi sono risparmiato l’ennesima castroneria, che mi ricorda i commenti sullo “strano” modo di montare di Rich Fellers: il “forward riding system” negli USA, che noi italiani dovremmo conoscere come montare in avanti in assetto leggero. Chissà dov’era la FISE in tutti questi anni?
    Per chi volesse vedere i percorsi di Burghley, ricordo il sito Burghley TV dove è possibile rivederli gratuitamente e soprattutto senza commento.
    Per marcare la differenza tra l’Italia e la Francia in tema di importanza culturale ed economica attribuita al mondo del cavallo, segnalo che in questi giorni il Ministero della Cultura e della Comunicazione francese ha inaugurato un nuovo sito Internet dal nome “cheval culture”, in aggiunta a tutto ciò che già era disponibile in rete.
    Grazie dell’ospitalità,
    giuseppe maria de nardis

    28 Settembre 2013 at 10:47 Rispondi
    • lastriglia #

      Grazie per le informazioni: ottima analisi!

      28 Settembre 2013 at 21:16 Rispondi

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