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SOLLEVATI O SEDUTI ????

LONGINES FEI WORLD CUP JUMPING FINAL 2 Patrice DELAVEAU (FRA). Lacrimoso HDC

Patrice DELAVEAU (FRA). Lacrimoso HDC

negativo!

Questo quesito, riferito ovviamente alla posizione in sella, anima spesso il dibattito tra cavalieri e mette in ansia gli appassionati che vogliono migliorare la loro equitazione.

La risposta, per essere corretta, deve evidentemente tener conto della meccanica del cavallo e delle sue particolarità articolari e vertebrali.

L’assetto è giusto quando consente al cavaliere di adeguare sempre la sua posizione in sella alle esigenze dinamiche del cavallo: deve quindi legare il cavaliere al movimento del cavallo e non certo al cavallo stesso.

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So che i sellai vendono selle con grip e molti spray che incollano il cavaliere al cavallo: questo fatto è semplicemente spaventoso e fotografa la bassissima consistenza culturale del nostro movimento equestre.

Infatti, il cavaliere perde ogni dinamismo e diventa un peso morto sulla schiena del cavallo: proprio il modo peggiore di farsi portare e quello che reca al cavallo il massimo disturbo!

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Bisogna invece trovare l’equilibrio sulle staffe (appoggiandovi bene i piedi) aiutandosi con la possibilità di flettere le proprie articolazioni: tibio-tarsica (deve essere ginnasticata), ginocchio, coxo-femorale, lombo-sacrale.

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Da questa posizione di equilibrio, il cavaliere deve inserirsi nel movimento oscillatorio del cavallo così come farebbe in piedi su di un’altalena (passando su delle cunette con gli sci si fa la stessa cosa). Viene quindi la prima risposta: né sollevato né seduto ma inserito.

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Dall’osteopatia (Giniaux) apprendiamo che le ultime vertebre dorsali (D15-18), quelle che si trovano sotto la paletta della sella, oltre a regolare alcune funzioni interne, influenzano la capacità del cavallo di mantenersi diritto attraverso l’impegno dei posteriori: di conseguenza devono essere libere da qualsiasi peso che ne limiti il movimento.

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cavallo incappucciato e pesante sulla mano come conseguenza delle spalle indietro(del cavaliere)

 

 

 

 

 

Perciò è sicuramente errato premere sulla parte posteriore della sella perché ha l’effetto di bloccare l’oscillazione della colonna e, di conseguenza la possibilità di flessione delle articolazioni alte del cavallo (lombo-sacrale e coxo-femorale).  I cavalli manifestano questa impossibilità (che li danneggia perché mette la muscolatura dorsale sotto sforzo!) con la rigidità della coda.

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Ma un cavaliere che si aggrappa al cavallo facendo peso morto avrà sicuramente questo effetto anche quando si solleva dalla sella perché la proiezione del suo baricentro non arriverà mai alle staffe ma sempre più indietro: di conseguenza il cavallo, non potendo flettere le articolazioni alte, sarà costretto, per trovare l’equilibrio, ad accentuare la flessione dei garretti.

Essi saranno costretti a sopportare un peso che inibisce loro parte della possibilità di svolgere la loro funzione principale che è quella di spingere in avanti –provate a correre con le ginocchia flesse!- (“L’equitazione nell’ottica delle funzioni”).

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D’altro canto la possibilità del cavallo di imparare qualcosa (addestramento) è in stretta relazione con la capacità del cavaliere di responsabilizzarlo: esattamente come con gli umani!

Se Vostro figlio si comporta male, affidategli una responsabilità particolarmente sentita e vedrete quale cambiamento!

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Lo stesso avviene con i cavalli che devono essere messi nelle condizioni di potere e dover trovare da soli il giusto equilibrio attraverso il giusto uso dell’incollatura e della schiena: ricordo ancora con commozione una magnifica lezione impartita dal grande Maestro Graziano Mancinelli ad un Suo allievo: mentre andava verso il salto gli consigliava di avanzare con le mani e di mettere il cavallo tra le gambe (più propriamente il peso del corpo) del cavaliere e l’ostacolo.

Un cavallo che ha questa disposizione si dice che “è sulle sue gambe“.

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Oggi invece tutti copiano i cavalieri le cui mani pensano solo a tenere… E’ un atteggiamento talmente illogico che si commenta da solo!  Infatti, la funzione permanente della mano  è quella di contenere l’impulso (“La tensione dorsale”) non certo quella di mantenere il cavallo in equilibrio, per il quale interviene il meno possibile e saltuariamente.   Ma molti  preferiscono mettere la testa (che dovrebbe servire a ragionare) sotto il cuscino….

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Tornando al tema di questa chiacchierata, ritengo che il giusto l’abbia detto Caprilli: il cavaliere deve essere vicino alla sella ( su di un cavallo addestrato) e si siede leggermente soltanto quando è richiesta una maggiore tensione dorsale (“La tensione dorsale”); mai quando il cavallo pesa sulla mano (perché bisogna responsabilizzarlo)!

Tradotto quanto scrivo sul piano fisico, ci si può sedere soltanto quando il cavallo, essendo riunito, ha sviluppato un muscolo lungo-dorsale forte che lo può sostenere senza interferire con la sensibilità dorsale del cavallo.

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Spesso, tuttavia, l’esigenza di sedersi è molto sopravvalutata: infatti a determinare la tensione dorsale è soltanto la qualità dell’assetto e degli aiuti (“L’assetto in sella”).

La posizione seduta diviene comunque negativa ove il cavaliere, anziché farsi portare dal cavallo, si agita sulla sella allo scopo di ottenere maggiore spinta:  infatti essa non può venire che dai garretti.

Carlo Cadorna

P.S. Questo articolo si riferisce alle specialità che saltano;  il dressage inizia (dovrebbe iniziare) quando il cavallo è riunito e, di conseguenza, si svolge prevalentemente in posizione seduta.  Infatti il cavallo, soprattutto nel dressage avanzato, anziché sulle sue gambe, dovrebbe portare il peso sulle anche.

 

 

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6 Responses to “SOLLEVATI O SEDUTI ????”

  1. timoteo #

    Buongiorno, per essere in tema , proprio ieri ho sentito dire da un istruttore questa frase che mi ha colpito : seduto davanti all’ostacolo e sollevato nelle girate.
    Che cosa ne pensa ?.

    13 Dicembre 2015 at 12:00 Rispondi
    • lastriglia #

      Non penso niente perché bisogna vedere quale significato viene dato ai termini: tuttavia (didattica equestre) davanti all’ostacolo, in area di rigore, il cavaliere si avvicina alla sella (ma non deve interferire con l’oscillazione dorsale!) perché il cavallo porta indietro il suo baricantro. Nelle girate il cavallo deve avanzare: GAMBE e posizione leggermente sollevata.

      13 Dicembre 2015 at 12:40 Rispondi
  2. Liberty #

    Buongiorno,
    Non sapendo dove io possa scriverle le scrivo qui…
    Ho 14 anni, vado a cavallo da circa 6 anni e quest’anno vorrei prendere il brevetto di cavaliere. Le scrivo in speranza che lei possa darmi alcuni consigli per migliorare la fermezza nelle mani e l’abbassamento dei talloni: i miei punti deboli! Se vuole può riscrivermi per email.
    Se vuole/deve avere più informazioni non esiti a chiedermelo!
    Grazie mille

    14 Febbraio 2016 at 15:10 Rispondi
    • lastriglia #

      Legga gli articoli “L’istruzione a cavallo”, “L’assetto in sella”, “Didattica equestre”. L’indirizzo mail è lastriglia.com@gmail.com

      14 Febbraio 2016 at 19:54 Rispondi
  3. Alberto Alciator #

    Buonasera Colonnello, ho trovato in questi giorni un video di un intervista a Graziano Mancinelli, Al di là del contenuto dell’intervista ho trovato interessante vedere le immagini di Mancinelli mentre monta il suo cavallo grigio. Salta all’occhio come il suo modo di galoppare seduto sia decisamente diverso da quello che si vede quasi sempre al giorno d’oggi. Un galoppo seduto che, non so se con parole esatte, definirei un galoppo sollevato in cui lo spazio tra corpo del cavaliere e sella diventa talmente piccolo da annullarsi. Sempre ben inserito nel movimento del cavallo Ne risulta un insieme che a me sembra praticamente perfetto. Questo è il video potrebbe darmi un sua opinione?

    https://www.youtube.com/watch?v=5vqAmfOPV5I

    Grazie

    Alberto Alciator

    30 Agosto 2018 at 21:37 Rispondi
    • lastriglia #

      G. Mancinelli portava ai massimi livelli di perfezione la prima fase dell’addestramento del cavallo (Caprilli) galoppando “vicino alla sella” e ben inforcato. Infatti ha citato alcuni tra i migliori istruttori dell’anteguerra. Fu Amalfi a ricercare un connubio con l’equitazione di scuola allo scopo di aumentare l’impulso. Uno dei suoi allievi, il Col. Cossilla che è stato uno dei miei istruttori, l’ha realizzato al meglio: infatti Egli mi precisò che il lavoro seduto doveva essere considerato come quello in palestra, prefigurandone un impiego molto limitato. Aveva comunque, al contrario di Amalfi, un assetto profondo e ben inforcato. Infatti io ritengo giusto il lavoro seduto soltanto nella seconda e terza fase dell’addestramento quando il muscolo lungo-dorsale è ben sviluppato ed esclusivamente allo scopo di aumentare la tensione dorsale, quando necessario ed utile (per esempio prima di un percorso).

      2 Settembre 2018 at 05:28 Rispondi

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