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PREPARAZIONE PER IL RETTANGOLO

Il cavallo è pronto per iniziare il lavoro e le esibizioni in rettangolo quando raggiunge la riunione (“La riunione”):  prima sarebbe penalizzante e controproducente perchè perderebbe gran parte della sua voglia e capacità di esprimersi.

 

 

 

 

 

Infatti, sarebbe insensato lavorare in posizione seduta con un cavallo sulle spalle, sia perché vi sarebbe un distacco tra i due baricentri e sia perché, se il cavallo non si sostiene da solo, a maggior ragione non potrà farlo con un peso sulla schiena che ha una muscolatura inidonea a sostenerlo. Quindi, il cavallo deve tendersi davanti al cavaliere sostenendo l’incollatura.

La precisione è un elemento importante per riportare buoni punteggi: è necessario, in fase di preparazione, l’ausilio di una persona a terra per il controllo.  I circoli sono tangenti a quattro punti che devono essere toccati per la lunghezza di un metro.   Il disegno, che deve essere ben conosciuto, deve essere provato a pezzi che poi vengono “cuciti” insieme.

 

 

 

 

 

 

Il segreto per accedere a punteggi alti, è di entrare con il cavallo pieno di impulso e di montare in avanti.  Per caricare il cavallo di impulso il sistema più efficace è quello di lavorare mezz’ora sulle transizioni dal trotto medio-allungato a quello di lavoro-riunito meglio se ottenuto su un circolo di 8 metri o meno.  Quando la condizione fisica del cavallo lo consente,  il lavoro può essere effettuato al galoppo.

Nel 1990 sono stato a Stoccolma per i primi WEG. La presenza di un amico francese che operava nel mondo del dressage, mi ha permesso di accedere all’area riservata dove si preparavano i cavalli.  Sono rimasto ammirato dalla preparazione effettuata da Nicole Uphoff su Rembrandt sotto la direzione del tecnico Harry Boldt.  Ha galoppato mezz’ora nel rettangolo,  allungato sul lato lungo, riunito sul lato corto, mentre Boldt continuava a urlare “di più, di più”!

Quando il cavallo è entrato in rettangolo di gara i giudici sono rimasti ammirati ed hanno dichiarato che non avevano mai visto nulla di simile.  Può essere visto su you tube e resta, a mio parere, la migliore prestazione in assoluto di un cavallo da dressage (tra l’altro non provvisto di movimenti spettacolari).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per sfruttare al meglio l’impulso incamerato bisogna montare in avanti utilizzando le pareti del rettangolo per far rientrare il cavallo naturalmente. Di conseguenza tutti i movimenti circolari devono essere effettuati avanzando con la mano esterna e non chiudendo quella interna: il cavallo non perderà impulso ed è certo che le orme dei posteriori passeranno esattamente dove sono passati gli anteriori.

Tutte le transizioni vanno preparate in anticipo in modo che alla lettera prescritta abbiano già assunto una piena espressività.  Il cavaliere deve concentrarsi sulla direzione e sulla spinta in avanti.

Prima di entrare conviene ripetere varie volte la transizione galoppo-trotto.

Carlo Cadorna

4 Responses to “PREPARAZIONE PER IL RETTANGOLO”

  1. pierrenzo #

    Buona sera!
    mi ero dimenticato di questo grande fantastico binomio!
    Mi permetto, ovviamente da semplice appassionato, ma ho sempre pensato che in qualche modo fossero stati una sorta di nuovo modello per il dressage, soprattutto per il modello di cavallo normalmente impiegato per quelle gare ed anche, credo, per il modello di training utilizzato per la preparazione dei cavalli.
    Non so ma mi sembra che, comunque, si ritorni all’idea del cavallo che mentre trotta, galoppa, salta, è “sulle sue gambe” e si usi fisicamente e ” psicologicamente”.
    che ne pensa?
    Pierrenzo Noventa

    2 Agosto 2011 at 00:49 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      E’ esattamente come dice Lei (non faccia troppo il modesto! I termini che ha usato sono molto appropriati…). E’ l’esempio, purtroppo unico, di come si lavora un cavallo nel
      rispetto delle regole dell’Equitazione fissate dal regolamento per il Dressage.
      Il dressage attuale, come ho scritto, è una farsa.
      D’altro canto, a Stoccolma, Rembrandt era l’unico cavallo che lavorava con la metodica che ho
      descritto. Bisogna chiedersi come mai, visto che non c’ero solo io, nessuno guardava ed imparava da
      un grandissimo tecnico.

      2 Agosto 2011 at 13:47 Rispondi
      • pierrenzo #

        beh! visto che si intavola un discorso…senza parlare, perchè dice che : ” il dressage attuale (…) è una farsa?
        Ho scaricato il video di Rembrandt ai WG di Stoccolma ( grande idea la sabbia verde del fondo): l’impressione è che muovesse tutto dal fusto della coda alla nuca, pur restando compatto e ” quadrato”.

        2 Agosto 2011 at 23:01 Rispondi
        • Carlo Cadorna #

          Come ha giustamente notato Lei, Rembrandt si muoveva tutto: la spinta partiva dai posteriori e le andature allungate coprivano maggiore spazio. Nei cavalli attuali, con poche eccezioni quale l’inglese Davison, la schiena è ferma, la coda roteante, le allungate con gli anteriori per aria e senza coprire spazio perchè i posteriori non spingono. Hanno piaffè e passage spettacolari ma mancano delle andature di base, Totilas compreso! E’ una sorta di circo equestre.
          A questo schema non si sottrae nemmeno V. Truppa che però a
          Francoforte (18 dicembre) è riuscita a sorprendermi. Ha vinto meritatamente perchè il suo cavallo muoveva la coda solo all’inizio,
          le andature, per la prima volta, erano corrette ed il lavoro, come
          sempre, molto preciso. Valentina, per la prima volta era ben inforcata! A volte con i cavalli si ottiene tutto d’un colpo…e, con cavalli molto ben costruiti (come il cavallo di Valentina),
          anche con il metodo tedesco.
          Debbo però precisare che a Londra(olimpiadi) il cavallo era nuovamente pesante sulla mano e manifestava il suo malessere digrignando i denti in modo che si percepiva bene dall’altoparlante.

          2 Agosto 2011 at 23:13 Rispondi

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