About the Post

Informazioni Autore

LA SOTTOMISSIONE DEL CAVALLO

 

Per sottomissione si intende l’accettazione cosciente e collaborativa da parte del cavallo della volontà del cavaliere,  espressa attraverso l’impiego corretto degli aiuti. L’uso della forza, espresso in qualsiasi modo(soprattutto con le leve che la moltiplicano! vedi redini ausiliarie…), non porta alla sottomissione ma piuttosto alle difese ed al deterioramento fisico precoce del cavallo.

La sottomissione,  come d’altro canto tutto l’addestramento,  non può riguardare solo una parte del cavallo ma è totalizzante:  nel senso che, se c’è, riguarda tutto il cavallo;   altrimenti non c’è.   Chi afferma il contrario significa che non ha mai montato,  con successo,   un cavallo veramente difficile per nevrilità o per carattere o perché ha dei problemi fisici da risolvere(vecchie lesioni…etc..).  La completa sottomissione è possibile soltanto in un cavallo perfettamente addestrato,  e ne è il marchio di fabbrica.   Di conseguenza la sottomissione di un cavallo qualifica un cavaliere sotto il profilo equestre.

riunione

 

 

 

 

 

 

Si parla spesso dei problemi dell’equitazione italiana e del modo per riportarla al livello delle sue tradizioni:  l’agonismo di oggi non richiede certo un’equitazione diversa ma esige che la buona equitazione sia portata fino al livello di ottenere una sottomissione totale.  Ma per ottenerla bisogna lavorare molto (4-5 anni) e bene!

Non è certo la qualità dei cavalli che ci manca, a meno di ricercare nella loro qualità la soluzione alle nostre manchevolezze: ma questa strada non ci porterebbe da nessuna parte!

sharbatly

 

 

 

 

 

Bisogna invece ricominciare da capo e puntare su dei giovani che siano convinti della necessità di una grande disciplina nei cavalieri per poterla trasmettere ai cavalli sotto la guida di istruttori veramente qualificati (in Italia ve ne sono ma non sempre sono valorizzati).

C’è un bel libro del francese Benoist-Gironière che si intitola “La conquète du cheval”.  Questo titolo rende bene il concetto che caratterizza l’addestramento del cavallo del quale  la sottomissione è l’effetto più evidente:  essa si conquista giorno per giorno con il lavoro corretto, partendo dalla riunione  (il disegno evidenzia i muscoli giusti di un cavallo sottomesso).

d'oriola1

 

 

 

 

 

 

Quando è stata conquistata nel lavoro in piano, conviene metterla alla prova  chiedendo al cavallo di vincere la sua naturale paura:  per esempio entrando in un laghetto incassato.  E’ questa l’occasione per vincere le sue ultime resistenze con l’uso dello sperone (“L’azione della gamba” “Le difese del cavallo”).  Diceva il mio istruttore: il cavallo veramente sottomesso deve gettarsi nel burrone!  E’ vero:  in cross-country i cavalli saltano perchè sottomessi.  I cosidetti cavalli coraggiosi sono pericolosi perchè non hanno senso del limite.

La sottomissione non è altro che l’effetto psicologico di una meccanica giusta:  quella nella quale tutte le forze,  pienamente sviluppate,  che partono dai posteriori del cavallo confluiscono, con leggerezza e generosità, nella mano del cavaliere (cavallo davanti alle gambe e distaccato dalla mano).   Significa che il cavallo, sotto l’effetto dell’azione dell’assetto del cavaliere deve avanzare con la nuca, scavalcare l’imboccatura ed entrare nella mano del cavaliere (“L’osteopatia”) distaccandosi da essa alla minima resistenza.

 

Nelle foto a lato, a sx un cavallo sottomesso;  a dx uno che, certo, non lo è (rigidità della colonna vertebrale).

 

Solo quando il cavallo è sottomesso, può avere la franchezza necessaria ad eseguire facilmente tutto quello che il cavaliere gli richiede.

L’estensione dell’incollatura del cavallo, che lo facilita in tutti i movimenti, sarà tanto maggiore quanto migliore sarà la qualità dell’assetto e degli aiuti del cavaliere:  alcuni cavalieri olandesi da dressage che usano la roll-kur per ottenere la sottomissione, sono soltanto dei cattivi cavalieri.

 

 

 

 

 

Questo risultato è possibile soltanto quando il cavallo è  diritto,  cioè ha sviluppato le forze del laterale più debole almeno nella misura sufficiente a pareggiare quelle del laterale più forte.  Quando la sua linea dorsale funziona perfettamente,  ed è riuscito a trovare la cadenza.

Solo allora potrà essere fatto avanzare dalle gambe e dall’azione del peso del corpo su di una mano passiva.   Solo allora comincierà a mettere in atto veramente l’uso della schiena con grande sviluppo della sua muscolatura.

rocana jung3

 

 

 

 

 

L’uso della schiena ha un grande effetto pratico sui comportamenti del cavallo e sulla sua psicologia, anche perché permette al cavallo di restare sempre in equilibrio e quindi muoversi, pur portando il cavaliere, con assoluta naturalezza.

Questo effetto psicologico si manifesta con la completa decontrazione,  non solo nel lavoro ma anche in scuderia.  Ha quindi una grande influenza anche sul benessere del nostro amico oltre che sulla sua educazione.

Sarà pienamente visibile anche nell’aspetto fisico del cavallo che denoterà tonicità e plasticità muscolare:  spesso, quando nei commenti televisivi si sente dire “è un bel cavallo”, si tratta  soltanto di un cavallo sottomesso.

Per concludere e sintetizzare, più un cavallo è difficile più  bisogna ricercare l’impulso per raggiungere la sottomissione.

 

Carlo Cadorna

Ancora nessun commento.

Lascia un commento