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LA SCUOLA DI EQUITAZIONE

 

 

 

 

 

La scuola  di  Equitazione ha il suo punto di riferimento nell’istruttore che si avvale, per l’insegnamento, di mezzi didattici vari:  cavallo meccanico, lezioni di ippotecnia, di pratica del cavallo e di mascalcia oltre ad un certo numero di cavalli e pony.   Sono essi, in definitiva, che insegnano agli allievi:  il compito dell’istruttore è soprattutto quello di  evitare l’insorgere ed il consolidarsi di difetti che sono poi difficili da correggere .  E’ utile e conveniente far precedere alle lezioni a cavallo quelle teorico-pratiche svolte sul cavallo meccanico (o di legno):  si guadagna tempo e si evitano possibili difficoltà.

E’ anche di particolare utilità abbinare l’insegnamento equestre con lezioni preparatorie e pratiche di volteggio.

Quindi, la scelta e la gestione dei cavalli/pony della scuola è particolarmente importante.      Il loro numero deve essere calibrato sulla  quantità di allievi tenendo presente che, se sono impiegati correttamente, ben alimentati  e scuderizzati, possono effettuare due riprese quotidiane.     A fattor comune devono essere sani  e di carattere generoso.

 

Sono da escludere gli “sgroppatori” ed i cavalli che presentano difficoltà di carattere, nel governo e nell’impiego:  infatti gli allievi, almeno finchè non hanno acquisito e consolidato l’assetto ed imparato le tecniche di caduta, non devono cadere.

E’ di particolare importanza  e qualificante per una scuola, che siano sempre rispettate le norme di sicurezza(“La sicurezza nell’equitazione”) e che le bardature siano in buone condizioni di stato e di manutenzione.

E’ opportuno che in una scuola vi siano cavalli/pony con caratteristiche diverse:    l’istruttore dovrà conoscerle allo scopo di poter assegnare ad ogni allievo quello adatto al suo grado di addestramento ed alla sua personalità (leggi”Affinchè lo sport equestre sia educativo”).

Tutti i cavalli/pony dovrebbero possedere un livello minimo di addestramento:  una bocca priva di resistenze,  un’incollatura che si impiega in modo corretto oltre all’abitudine ad essere governati ed insellati senza difese.

E’ di fondamentale importanza che i cavalli della scuola siano lavorati e mantenuti in condizione:  devono sviluppare almeno le andature di base in una situazione di impulso sufficiente.  Questo risultato si può ottenere anche con dei cavalieri poco esperti utilizzando il metodo proveniente da Pinerolo ed utilizzato, nel disegno che pubblico, dal famoso istruttore americano Gordon Wright.

L’istruttore deve controllare che l’allievo spinga i talloni in basso, avanzi nella sella e fletta leggermente le proprie articolazioni.  Ottimo esercizio il passare sulle barriere e sui cavalletti guardando in avanti e toccando, con la mano libera, la punta dei piedi.  Con questo metodo si possono effettuare prima delle gimcane e poi dei percorsi  con il salto di cavalletti.

I cavalli imparano ad accettare l’azione della frusta, dietro la gamba;  in un secondo tempo ad associare all’azione della frusta quella della gamba.   E’ un metodo che funziona perché i cavalieri mantengono il contatto con la bocca ma cedono sempre, senza coinvolgere la posizione delle spalle che restano centrate sul cavallo.  Inoltre, l’uso della frusta assicura l’impulso.

Quando i cavalli hanno sviluppato una condizione sufficiente e gli allievi una buona tenuta,  possono iniziare l’addestramento della mano su dei piccoli dentro-fuori, inizialmente con una sola mano e quindi con le due mani.  Anche sul piano didattico, bisogna sempre affrontare un problema per volta:  prima l’assetto e poi le mani.

A questo punto sarà utile portarli in campagna perché i cavalli acquistano maggiore impulso, si mettono “sulle loro gambe”  e quindi l’istruzione è più efficace.

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In terreno vario l’istruttore deve verificare sempre l’indipendenza della mano: si vede dal dialogo tra la bocca del cavallo  e la mano che dovrebbe, ferma restando la posizione delle spalle, andare avanti ed indietro.    Se è stata sviluppata in maneggio, si può verificare la rispondenza dei cavalli all’azione delle gambe mediante il passaggio di facili ostacoli al trotto.

In seguito, sarà utile la partecipazione a facili gare di cross-country.

A questo livello, l’esercizio migliore per consolidare l’assetto è il salto in discesa,  sempre più ripida (leggi “Didattica equestre”  “La prima volta”).

Ho indicato, a grandi linee, un percorso graduale per l’addestramento di base(primo anno):   quello che è importante è che l’istruttore sappia sviluppare negli allievi la passione per il lavoro di condizione (“La preparazione alle gare”).  Lo potrà ottenere facendo notare ad essi i progressi muscolari dei cavalli.

Se il lavoro è ben condotto diventano sempre più belli con il progredire della condizione:  si potrà così ottenere, da parte degli allievi, una vera e propria dedizione al lavoro.

Carlo Cadorna

 

 

4 Responses to “LA SCUOLA DI EQUITAZIONE”

  1. Filippo Gargallo #

    Al solito, mi ritrovo in pieno su quanto riportato nell’articolo. Certo è piuttosto difficile trovare nelle scuole di equitazione dei cavalli come quelli descritti: docili, generosi e nella mano! Ma almeno sul docili non ci dovrebbero essere discussioni. Alcuni esercizi tra quelli riportati mi sembrano non di immediata esecuzione per degli allievi che si prestano ad iniziare un percorso istruzionale. E, se fosse possibile, associare (con i naturali distinguo da soggetto a soggetto) un tempo di massima per far passare l’allievo da un esercizio all’altro (attesa una frequenza di due o tre giornate alla settimana), sarebbe un ulteriore prezioso vademecum.
    Filippo Gargallo

    13 Marzo 2013 at 17:28 Rispondi
    • lastriglia #

      Gli esercizi devono essere proposti in successione logica nella costruzione del cavaliere come una casa: prima le fondamenta e poi il resto. Non si deve passare all’esercizio successivo se quello precedente non è completamente assimilato. Altrimenti gli eventuali difetti torneranno sempre fuori quando meno te l’aspetti.
      Ne sono maggiormente convinto da quando ho affrontato lo studio musicale: disciplina altrettanto difficile. Anche qui, o c’è la perfezione o non c’è niente! Questo vale per ogni gradino: deve essere ripetuto fino a risultato interamente raggiunto, prima di passare a quello successivo. La bravura dell’istruttore sta nel definire il percorso nei particolari. Non è facile perchè, oltre ad una grande conoscenza della materia, bisogna saperla adattare al singolo allievo. Nella musica è difficile trovare un buon insegnante; nell’Equitazione lo è altrettanto. Sia l’Equitazione che la musica sono alla portata di tutti: invece riescono soltanto i grandi talenti….

      14 Marzo 2013 at 06:29 Rispondi
  2. patrizia #

    ottimo ! divulgo. ( ho quasi tutti i disegni di thellwells , conosce anche quelli sulla caccia ? sono simpaticissimi) pb

    16 Marzo 2015 at 12:39 Rispondi
    • lastriglia #

      Ne ho una certa raccolta…

      17 Marzo 2015 at 00:59 Rispondi

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