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IL TACCUINO DEL CAVALIERE/ISTRUTTORE

 

 

 

 

 

                                        L’Equitazione consiste nel comprendere e farsi comprendere dal cavallo:  compito non certo facile perché presuppone la conoscenza del suo linguaggio e struttura fisica. 

Il linguaggio (“Il linguaggio del cavallo”) ci avverte se qualcosa nella struttura fisica non funziona correttamente:  in caso di lavoro corretto si tratta di piccole deficienze muscolari che, se messe alla prova, hanno poi bisogno di qualche tempo di riparazione. 

 

 

 

 

 

Tipico il caso di cavalli  che, saltando, fanno degli sforzi per generosità e condizione fisica:  completare la preparazione di un cavallo significa proprio allenare il cavallo a sopportare qualsiasi sforzo senza risentirne. 

E’ ovvio che maggiore è il tempo necessario alla riparazione più grave sarà l’atrofia muscolare:  quindi, misurando il tempo di recupero si può avere un’idea dello stato fisico del nostro atleta.  Se si lavora in modo giusto questo tempo deve diminuire fino, idealmente, ad annullarsi.  

Per questo bisogna ammirare e seguire non i cavalieri che alternano grandi risultati a prestazioni oscure ma piuttosto quelli che forniscono delle prestazioni regolari.

 

 

 

 

 

Il cavaliere/istruttore che vuole progredire deve riflettere quindi sulle risposte fornite dal linguaggio del cavallo:  sarà quindi indispensabile annotare su di un taccuino il lavoro svolto ogni giorno ed il comportamento-linguaggio del cavallo. 

Da un’analisi attenta del taccuino si potrà infatti risalire ai problemi muscolari del cavallo e decidere la migliore strategia per porvi rimedio (se non avessi annotato le mie esperienze/osservazioni, non potrei scrivere questo blog). 

 

 

 

 

 

 

Innanzitutto, bisogna, attraverso un’esame di coscienza o un video, verificare la correttezza del lavoro svolto e dell’assetto del cavaliere;  quindi consentire una corretta riparazione muscolare che va quindi prolungata fino a che il cavallo non ritrova una vera freschezza. 

E’ da tener presente che il miglior modo per ottenerlo non è quello di tenere il cavallo a riposo ma, al contrario, di muoverlo (1-2 ore).  L’andatura da utilizzare è esclusivamente il passo perché il cavallo non si compensa e, quindi, si ripara:  il movimento aumenta l’afflusso di sangue e quindi favorisce  la riparazione. 

 

 

 

 

 

 

Se questo movimento al passo viene svolto nel tondino con le redini, scopriremo che è possibile potenziare contemporaneamente la muscolatura accelerando il cammino verso la preparazione perfetta, quella nella quale tutti i muscoli lavorano per lo stesso scopo: quello di far avanzare il cavallo.  

Se invece di consentire la riparazione, il cavaliere somministra al cavallo un antinfiammatorio, la lesione peggiorerà fino a diventare cronica. 

 

 

 

 

 

Per gli istruttori l’utilità del taccuino è la stessa per poter intervenire tempestivamente nei confronti di ogni singolo allievo o per cambiare cavallo se sono di proprietà della scuola.

                                                                                                  Carlo Cadorna                                                                                                                                                                                                                                                                           

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