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EQUITAZIONE : la correttezza delle andature

                                                        La correttezza delle andature è il marchio di fabbrica della vera Equitazione. Le tre andature corrette hanno in comune la tendenza a coprire il maggior spazio possibile ovvero la falcata lunga, ma essa non vi può essere se prima il cavallo non estende la sua linea dorsale:   sarà tanto maggiore quanto più forte sarà la spinta proveniente dai posteriori e più lento il ritmo.   Il ritmo lento ha grande effetto sulla respirazione che è molto meno sollecitata.

Mi sembra che non venga posta abbastanza enfasi sul fatto incontestabile che il cavallo, anche quando sia arrivato ad un elevato livello di riunione, deve mantenere intatta la sua capacità di estendersi:  a questo servono le transizioni, se eseguite correttamente.

trotto medio

E’ la famosa “cadenza”, parola tanto abusata quanto poco conosciuta (“La  cadenza”). Dovrebbe indicare il ritmo al quale il cavallo esprime al massimo le sue potenzialità.  Il cavallo trova da solo la giusta cadenza quando il cavaliere sia riuscito a fargli esprimere la massima oscillazione longitudinale e laterale della linea dorsale. La verifica è costituita dalla copertura e dal superamento delle orme.  Quindi, chiunque è in grado di verificarne il raggiungimento.

cavallo imbarcato

Invece, dobbiamo assistere in tutte le specialità ad andature difettose proposte come esemplari: così si diseduca il pubblico (ed i cavalieri) e si sconfina sempre più nel circo equestre. Un noto cavaliere e veterinario tedesco, Gerd Heuschmann, ha scritto un libro di denuncia che si avvale di fotografie che mostrano alcuni noti cavalli impegnati nella specialità del Dressage con il diagonale sdoppiato sia al trotto che al galoppo(nella foto sotto il cavallo della Cornelissen ha in appoggio soltanto l’anteriore sinistro!). Questo libro ha fatto scandalo perchè i suddetti cavalli erano soliti avere punteggi molto positivi.

E’ stato tradotto in francese/italiano e diffuso in tutta Europa. Solo in Italia è poco conosciuto: questo la dice lunga sul livello della cultura equestre nel nostro paese.

D’altro canto, al passo si dovrebbero vedere i posteriori del cavallo impegnati come i remi di una barca in una gara di canottaggio e gli anteriori che sbracciano in avanti;  al trotto, il cavallo ben teso sulle redini,  l’assoluta regolarità dei due tempi (altrimenti non ci può essere spinta come in un motore che va ad un cilindro solo), il salto da un diagonale all’altro e le orme coperte e superate.  Il galoppo dovrebbe essere rotondo ed unito.

capellmann 001

Nella foto a fianco vediamo la tedesca N. Capellmann su Farbenfroh in un trotto allungato che i giudici amano molto!  Senonchè il diagonale sx è sdoppiato (appoggia soltanto l’anteriore) e, trattandosi di un errore grave, merita un tre (3).  Evidentemente è una malattia teutonica…  Si spiega così come mai molti cavalli da dressage soffrono di tendiniti:  in una equitazione corretta la tendinite può sopravvenire soltanto quando il cavallo ha gli avambracci stanchi (lavoro su lunghe distanze ed alte velocità)!!!!

Invece possiamo assistere in tutte le specialità ad un passo rigido e contratto,  ad un trotto senza tensione dorsale  che non copre nemmeno l’orma e  ad un galoppo aperto e piatto: non è insistendo nel lavoro scorretto che  si migliorano le andature.

passo2

Per migliorare bisogna ricominciare dalle basi, a cominciare dall’assetto. Purtroppo ho potuto assistere, in televisione, ad un concorso pony nel quale la maggioranza dei cavalli è aperto e piatto con sopra dei giovani cavalieri che cercano disperatamente, pestando sulla sella, di far sì che i posteriori inseguano gli anteriori sovraccaricati (tecnica dello sci d’acqua!!).  Mi chiedo quale futuro possono avere, per la loro soddisfazione e dei loro genitori, dei cavalieri che hanno sviluppato una sensibilità così sbagliata.  La cosa più grave è che l’argomento non sembrava interessare la federazione, impegnata a distribuire titoli di campione in ogni fascia d’età.

Solo ora, con la presidenza Orlandi, sembra che si voglia affrontare il problema:  a novembre, quando ne verranno indicate le linee guida, potremo dare un giudizio sul lavoro che i tecnici stanno svolgendo.

D’altro canto quello che succede ai ragazzi non meraviglia:  vengono proposti dei masterclass da parte di noti cavalieri nei quali, sebbene in misura più limitata, possiamo vedere gli stessi difetti. C’è qualcuno che si illude che senza correggere queste evidenti storture, si possa determinare una svolta per l’equitazione italiana.

Non si tiene conto del fatto che senza andature corrette non vi può essere un cavallo atleta.

Carlo  Cadorna

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