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PRINCIPI DI TUTELA E DI GESTIONE DEGLI EQUIDI

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E’ il titolo di una pubblicazione che è stata presentata dal CONI  unitamente al Ministero della Salute ed alla FISE.  L’annuncio aveva provocato molta aspettativa da parte degli appassionati e delle associazioni che si richiamano al benessere del cavallo.

Dico subito che l’aspettativa è stata in parte soddisfatta, ma anche in parte delusa (Non sono state recepite nemmeno le conclusioni della commissione di esperti nominata dalla F.E.I.). Infatti, per affrontare positivamente un problema bisogna prima inquadrarlo con chiarezza: in caso contrario, come è avvenuto, le conclusioni non possono che essere parziali.

Negli ultimi cinquantanni l’atletica umana ha subito, in positivo, un cambiamento radicale grazie allo studio della fisiologia e delle scienze motorie:  viene ottimizzata la spinta mediante lo sviluppo della funzione di flesso-estensione attivata dall’oscillazione della colonna vertebrale che, a sua volta, è stimolata dal movimento delle braccia (che hanno anche una funzione di equilibrio).

In sostanza si utilizzano le leve che moltiplicano la spinta anziché la forza pura delle gambe. E’ facile accertarsene camminando con le mani tenute insieme dietro la schiena:  i muscoli delle gambe fanno molta più fatica!

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Il cavallo atleta si muove secondo gli stessi principi con la differenza che i bipedi sono due e devono essere tenuti allineati per non perdere la spinta;  inoltre le braccia sono sostituite dall’incollatura che ha la stessa funzione, di stimolo dell’oscillazione dorsale e dell’equilibrio.

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Ma mentre in atletica umana a nessuno verrebbe in mente di legare le braccia di un saltatore o di un ginnasta, in equitazione è pratica comune legare l’incollatura del cavallo ed è previsto persino dai regolamenti che rappresentano la vera espressione della FISE.

Evidentemente questo si spiega soltanto con il fatto che i corsi per gli istruttori non prevedono lo studio della fisiologia e delle scienze motorie ma si rifanno invece a regole antiche legate più alla tradizione equestre che ad una concezione moderna del movimento di due corpi che devono essere in perfetta sintonia.

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Ne abbiamo un ottimo esempio, anche sotto il profilo sportivo, nel giovanissimo irlandese Bertrand Allen che non ha eguali nel saper mettere in valore la funzione dell’incollatura.

Il limite è stato raggiunto e superato quando un atleta è addirittura deceduto (“Un istruttore sfortunato”) per le conseguenze di una caduta dovuta al fatto che le leve sono state utilizzate, anziché per stimolarne il movimento, per controllarlo (a meno che  si voglia sostenere che i cavalli hanno una predisposizione al suicidio!).

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A questo punto, la FISE che è la vera responsabile perché certi metodi erano ben conosciuti e pubblicizzati, dovrebbe, se non vuol perdere la faccia, modificare immediatamente il regolamento vietando l’uso di qualsiasi redine che non vada direttamente dalla mano del cavaliere alla bocca del cavallo:  se non se la sente di farlo il commissario, sia il primo impegno del nuovo Presidente eletto, chiunque egli sia.

D’altronde, ai sensi dell’ottavo principio dell’addestramento (decontrazione, non rilassamento!) appena stabilito dal Ministero della Salute, come fa il cavaliere a percepire i comportamenti di conflitto(difese!) espressi dal cavallo se non ha un contatto diretto con la sua bocca???

E’ stato inoltre completamente ignorato, ma riportato alla ribalta da un bellissimo intervento dell’istruttore G. Siliprandi, il problema del commercio dei cavalli: troppi istruttori, anziché insegnare come ottenere la collaborazione del cavallo, ne vendono uno nuovo mettendo la parola fine a quei principi educativi che la legge assegna allo sport. Mi aspetto quindi un impegno preciso da parte dei candidati alla presidenza della FISE che finora non c’è stato.

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Infine, poiché il Presidente del CONI ha di fatto negato la Sua responsabilità rispetto alla gestione precedente (e la responsabilità è individuale) mi sembra che il nuovo Presidente dovrebbe, per correttezza nei confronti dei tesserati, agire in giudizio non solo nei confronti dei responsabili dell’immenso debito ma anche di chi non ha esercitato il dovuto controllo.

Carlo Cadorna

2 Responses to “PRINCIPI DI TUTELA E DI GESTIONE DEGLI EQUIDI”

  1. ROLANDO #

    Ciao Carlo, sacrosante verità che condivido.Speriamo per il futuro,,,

    6 Marzo 2015 at 18:18 Rispondi
    • lastriglia #

      Grazie Rolando!

      7 Marzo 2015 at 05:44 Rispondi

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