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LE IMBOCCATURE

 

Negli articoli dedicati all’addestramento ho già anticipato che l’unica imboccatura idonea è il semplice filetto.     Ne ho avuto infinite prove, nella logica del lavoro suffragata dall’esperienza,  sopratutto quando si tratta di cavalli difficili.

Tutto il ragionamento parte dalla constatazione fisica che il cavallo può dare il massimo quando è teso e leggero davanti per effetto della flessione delle articolazioni alte posteriori.  Quindi per ottenere questa  postura è indispensabile che, sull’imboccatura, il cavallo NON si fletta ma si tenda: il naso in avanti, quindi, deve essere l’effetto dell’azione delle gambe!

I cavalli veramente difficili sono quelli molto nevrili e caldi, con un equilibrio precario per costruzione fisica squilibrata o per poca predisposizione alla flessione delle articolazioni posteriori.         Con uno di quest’ultimo tipo, il cui problema pratico era che mi portava in giro per il campo ostacoli, ho lavorato mesi con il morso e filetto senza ottenere alcun risultato reale.

Poi, ricordando il mio vecchio istruttore Paglieri, che mi diceva che a tirare si deve essere in due, cambiai sistema.  Poichè con il filetto non riuscivo a stabilire una cadenza pensai di togliere al cavallo l’impressione dell’imboccatura, aumentando nel contempo il controllo, utilizzando un hackamore.  In pochi minuti riuscii, per la prima volta, a mettere il cavallo in estensione d’incollatura prendendo e lasciando.  Dopo un pò che lavoravo così riuscii finalmente a prenderlo con le gambe ed a stabilire una cadenza. Dopo una settimana feci lo stesso lavoro con un semplice filetto; dopo un mese lo portai in concorso ed andò benissimo.    Addirittura riuscivo a prenderlo con le gambe nelle girate.

I filetti non sono tutti uguali: anzitutto, la misura deve essere adatta alla bocca del cavallo.  Il materiale è importante perchè quelli di qualità stimolano la masticazione: imboccature apparentemente identiche danno un risultato completamente diverso.           Purtroppo, per ragioni commerciali, oggi le leghe usate sono spesso scadenti:    io possiedo un filetto fabbricato negli anni ’50 che è gradito da tutti i cavalli.

 

 

 

 

 

 

 

Il filetto deve essere dolce, con i cannoni grossi.   Quello a semplice snodo, è adatto alla maggioranza dei cavalli e deve permettere un passaggio facile della lingua (provate se il cavallo riesce a mangiare l’erba).  Può essere migliorato imbottendo i cannoni con un cerotto leucoplasto alto un paio di cm.

 

 

 

 

Per i cavalli con la bocca muta(poco rispondente alla mano)è adatto il filetto a doppio snodo, salvo poi tornare al filetto normale quando il cavallo si è “fatta la bocca”.   Per i cavalli che mettono fuori la lingua il filetto irlandese (porta dei grossi rulli tondi).   Per il lavoro nel tondino consiglio di utilizzare un filetto rigido(senza snodo).

Tutti i difetti della lingua scompaiono quando il cavallo avanza diritto perchè comincia a masticare:    perciò, mettere il cavallo diritto e leggero è più importante dell’imboccatura.

L’imboccatura deve stare bene nella bocca facendo parete ai lati:   sono quindi consigliabili i filetti a D o le rosette di gomma.

I montanti della testiera devono essere regolati in modo che sopra la connessura delle labbra vi sia una sola piega.  Questo perché il ferro deve appoggiare  normalmente sulle barre (è l’unico modo di garantire l’elasticità del contatto) e premere sulla connessure delle labbra soltanto se il cavaliere fa un’azione specifica di sostegno delle redini.   Spesso, allungare di un buco i montanti migliora la situazione anche perché molti cavalli hanno le labbra rovinate.

 

 

 

 

Con un cavallo avanti di lavoro, a condizione che il cavaliere abbia una buona mano,  può essere utile l’uso del filetto elevatore in doppia redine (la redine diretta attaccata al filetto):  esercita una leggera azione sulla nuca e quindi consente un migliore controllo del cavallo aiutandolo a mettersi diritto (perché non consente al cavallo di sottrarsi).

 

 

 

 

 

Il filetto Pessoa, tanto di moda tra i giovani, è uno strumento di tortura perché fa leva all’interno della bocca: infatti, il mio cavallo che ha una dignità non comune, non lo accetta, nemmeno al primo anello.  Per i giovani che hanno bisogno di controllo la migliore imboccatura è il pelham, da utilizzare con un barbozzale rivestito ed una “ciappa” allo scopo di avere in mano una sola redine.

 

 

 

 

 

 

 

Infine, non aspettateVi miracoli dall’imboccatura se non siete sicuri dell’indipendenza della Vostra mano.

Carlo Cadorna

 

N.B.  Il Pessoa, una delle imboccature più di moda,  è uno strumento di tortura perché esercita nella bocca una forte azione di leva, premendo sul palato;   sappiano i lettori che Pessoa,  interrogato sull’argomento durante uno stage, ha detto che questa imboccatura l’ha inventata per ragioni commerciali:  ma Lui non la usa!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 Responses to “LE IMBOCCATURE”

  1. Naty #

    Caro colonnello vorrei poter gridare evviva il filetto.. È così semplice e così straordinariamente perfetto e non c’è niente da fare: si vede la differenza!! Il mio cavallo ha un filetto ad anelli con rosette in titanio da quando ha 5 anni..
    Straordinario!!!
    Ha la bocca così schiumata che sembra gli abbiano tirato una torta di panna.
    Cosa ne pensa del Titanio?

    10 Gennaio 2015 at 22:46 Rispondi
    • lastriglia #

      Comprendere che il filetto è l’unica imboccatura per fare della vera Equitazione è già un bel passo avanti! Al museo di Saumur è esposto un filetto romano che è identico a quelli attuali (dolci). Il titanio non l’ho mai provato ed il costo elevato mi ha frenato: ma credo alla Sua esperienza e ne terrò conto. Il mio cavallo attuale è di grande difficoltà e sensibilità: uso un filetto a doppio snodo (non preme sul palato) di rame.

      11 Gennaio 2015 at 05:59 Rispondi
  2. Cinzia #

    Una cosa sola voglio chiedere: il pelham è un imboccatura severa. Come mai la definisce miglior imboccatura per i giovani che hanno bisogno di controllo, per di più con le ciappe e una sola coppia di redini? Con giovani intende i meno esperti? Usare un’imboccatura di quel genere con le ciappe non è invece dannoso per il cavallo se messo in mano a un meno esperto che magari smanaccia? Troppi se ne vedono oggi…
    Grazie

    22 Luglio 2015 at 01:17 Rispondi
    • lastriglia #

      La ciappa distribuisce la tensione tra l’azione diretta del filetto e quella di leva. Quindi quest’ultima è molto limitata pur conservando la necessaria efficacia (Il barbozzale deve essere regolato a 45 gradi e può essere imbottito). Più il cavaliere è inesperto, più l’imboccatura e le redini devono essere semplici. Tutti gli altri sistemi sono molto più “cattivi” nei confronti della bocca del cavallo e la doppia redine non è adatta per un principiante.

      22 Luglio 2015 at 14:18 Rispondi
  3. jen #

    Salve volevo chiedere cosa significa l’espressione “quando il cavallo ha la bocca muta”. Non sono espertissima. Me lo potrebbe spiegare? Grazie mille.

    10 Settembre 2015 at 14:16 Rispondi
    • lastriglia #

      Tra la mano del cavaliere e la bocca del cavallo dovrebbe esserci un colloquio continuo fatto di piccole resistenze e piccole cessioni .che aiutano il cavallo a sviluppare l’oscillazione della linea dorsale. Con alcune bocche è più facile colloquiare di altre(mute).

      10 Settembre 2015 at 17:54 Rispondi
  4. flo #

    Il mio cavallo di 6 anni non solo passa la lingua sopra al morso ( uso un imboccatura semplice) ma in piu si appoggia abbastanza pesantemente sul morso provocando inciampamenti degli anteriori dovuto ovviamente a troppo peso sui anteriori e un uso scarso dei posteriori…. vorrei tanto correggere questa problematica ma non ho idea di come fare. non ha per caso un consiglio da darmi ?

    13 Novembre 2018 at 21:51 Rispondi
    • lastriglia #

      Per la lingua, usi un filetto dolce ( può bendare la parte esterna dei cannoni con un cerotto Leukoplast), con una capezzina tedesca. Per eliminare il peso deve impegnare i posteriori: solo lavoro al passo (vedi articolo) redini pari con la mano dx e frusta da dressage nella sx con una cadenza ben marcata, sviluppando la massima estensione della falcata. E’ più facile su di un fondo consistente (strada bianca o asfaltata) per almeno un’ora. Quando il peso diminuisce (ma sempre ben appoggiato) faccia anche degli alt. Faccia così per una settimana e poi mi faccia sapere.

      14 Novembre 2018 at 15:54 Rispondi

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