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IPPICA ED EQUITAZIONE

 

 Qualche anno fa un tecnico federale, durante una trasmissione televisiva, disse che l’Equitazione non ha niente a che fare con l’Ippica:  ricordo che inorridii pensando ai campioni di S.O. che provengono dalle corse. 

Ora invece è facile comprendere come i disastri avvenuti in entrambe le discipline siano figli anche di un filo conduttore comune che è mancato.  D’altro canto, entrambe le discipline utilizzano il cavallo ed il purosangue è  l’atleta più selezionato e quindi in grado di farsi onore anche nelle discipline olimpiche.  Il campione francese Lefrant ha vinto l’oro nel completo con un cavallo che gli ha consentito di vincere anche in steeple-chase.  Io stesso ho montato lo stesso cavallo in corsa, in completo ed in S.O. fino a categorie di 1,50.

Ai rappresentanti dell’Ippica che considerino con scetticismo la mia tesi mando un invito:  osservate un gruppo di cavalli da corsa in dirittura.  Saranno al palo a disputarsi l’arrivo quelli che portano bene gli anteriori in avanti:  perché sono quelli che coprono spazio avendo una locomozione posteriore ben funzionante.

Agli amici dello sport equestre ricordo che estensione e riunione sono due facce della stessa medaglia:  non ci può essere estensione senza riunione perchè mancherebbe l’equilibrio e non ci può essere riunione senza estensione perché mancherebbe l’impulso.

Equilibrio ed impulso sono strettamente legati:  dovrebbero ricordarlo molti fantini che spingono i loro cavalli portando il peso in avanti.    E’ un grave errore perché il cavallo va fuori equilibrio, gli anteriori anziché coprire spazio si infilzano nel terreno,  il cavallo si stanca e gli anteriori sono soggetti a rapida usura.   Bisogna invece sollecitare l’oscillazione della linea dorsale del cavallo trattenendo in sé il proprio baricentro:  come fa Dario Vargiu e come faceva Piggot in modo esemplare.                             

Il cavallo da corsa deve essere domato, addestrato ed allenato con grande attenzione e gradualità in considerazione della giovane età.  L’andatura da utilizzare è il passo allungato perché sviluppa la funzione di flesso-estensione dei posteriori che assicura la locomozione:  quando ha raggiunto una buona condizione muscolare può andare in pista a galoppare, sempre in compagnia ed a velocità moderata.

Il pubblico è sparito dagli ippodromi perché i cavalli, che dovrebbero assicurare lo spettacolo, sono dei cadaveri che suscitano soltanto una grande pena:  fino a che i professionisti dell’Ippica non si rendono conto di questa semplice verità, la strada della ripresa è preclusa.

 

                                                                                       Carlo Cadorna

2 Responses to “IPPICA ED EQUITAZIONE”

  1. Filippo Gargallo #

    Le spalle, nel galoppo sollevato, non devono sopravanzare le mani. Con questo piccolo principio, il cavaliere non deve portare il proprio corpo a sbilanciarsi eccessivamente in avanti, proprio per le ragioni fisiologiche del cavallo, al solito così bene espresse nell’articolo.
    Filippo Gargallo

    17 Gennaio 2013 at 22:38 Rispondi
    • lastriglia #

      Bravo Filippo! La difficoltà risiede proprio nell’esigenza di seguire il baricentro del cavallo senza muovere le spalle: ciò è possibile soltanto con un ottimo assetto.

      18 Gennaio 2013 at 06:22 Rispondi

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