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L’OSTEOPATIA

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Vi racconto in diretta quello che ho fatto e quello che sto facendo con i miei cavalli.   In un passato ormai lontano ne ho lavorati tanti, in genere recuperati, con risultati agonistici positivi.  Ma questo lavoro ha sempre trovato un limite nel fatto che i cavalli che hanno dei problemi di condotta difficilmente si mantengono sani.  Negli ultimi anni ho quindi dedicato maggiore attenzione al recupero fisico attraverso l’osteopatia, abbinata al lavoro corretto.- — – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

Quindici anni fa, ero reduce da numerosi incidenti che avevano messo in forse la mia possibilità di continuare a montare a cavallo (l’ortopedico me l’aveva vietato). Decisi quindi di cercare un cavallo bravo, adatto alla mia situazione. Mi recai in Francia da un noto commerciante per avere la massima scelta possibile. Gli inviai il mio curriculum.

Quando arrivai, lui aveva già deciso quale cavallo vendermi. Vidi in campo Gordon, montato da un professionista e fu un amore a prima vista. Rimasi colpito dalla concentrazione che metteva nell’avvicinamento agli ostacoli. Non doveva essere tanto semplice perchè si difendeva con la bocca e fece qualche scarto su un percorso molto basso. Quando lo montai rimasi subito affascinato dal suo carattere buono e collaborativo pur con un’assenza totale di addestramento. La bocca era sempre in difesa ed aveva sviluppato solo il laterale sinistro. Di conseguenza era completamente traversato.

Provai altri cavalli ma mi resi conto che, escludendo i cavalli giovani, restavano soltanto dei cavalli più o meno tarati. Pensai che, se Gordon saltava, non doveva essere troppo in cattive condizioni. Il ragionamento era corretto ma poi arrivarono le sorprese.

Dopo tre mesi di lavoro per metterlo in condizione, debuttai in C115 con discreto successo. Piero d’Inzeo, presente alla manifestazione mi disse che avevo comprato un buon cavallo. Mi sembrò un ottimo auspicio. Poco tempo dopo, lo vide in concorso (C120) Raimondo d’Inzeo e ne fu entusiasta.

Il cavallo era molto rispettoso ma anche sull’occhio: il problema principale era sempre quello di tenerlo diritto. Purtuttavia sono passato presto alla C 130-135 con risultati alterni che dipendevano soprattutto dalle caratteristiche del campo prova.

Purtroppo, col passare degli anni, questa irregolarità nei risultati tendeva ad aumentare con difficoltà a coprire le combinazioni. Il veterinario che da tempo curava problemi alla schiena mi consigliò di portarlo in clinica. Così feci e risultò che aveva una artrosi consolidata al ginocchio (grassella) posteriore dx, probabilmente causata da un fortissimo trauma non curato. Cominciai a comprendere qualcosa: il cavallo era rimasto agganciato con i posteriori su un largo ed aveva avuto un grave trauma che mi era stato nascosto.

Secondo il veterinario le prospettive non erano favorevoli. Ma io non sono solito arrendermi. Dovete sapere che ho subito la frattura di quasi tutte le ossa del corpo ma sono ancora a cavallo! Ho imparato su di me come si curano le artriti: con il movimento lento e protratto per molto tempo. Cercai in farmacia un prodotto che consentisse al ginocchio di lavorare diminuendo il dolore e l’infiammazione. Mi consigliarono la schiuma di ketoprofene: dopo tre mesi la parte visibile dell’artrosi era sparita. Ma il cavallo non andava molto meglio: aveva sempre la groppa dolente ed il nervo sciatico infiammati. Interpellai altri veterinari ed il verdetto fu che il cavallo era completamente artritico e meno lo lavoravo meglio era.

Questa diagnosi non mi convinceva ma il cavallo andava sempre peggio e non mostrava più alcuna voglia di saltare. Mi parlarono di un osteopata belga: lo feci venire e per la prima volta ascoltai delle parole sensate. Mi disse che il cavallo aveva la groppa spostata ed esercitò una forte trazione sul lato dx. Il cavallo andava un po’ meglio per cui compresi che era un problema osteopatico, non veterinario. Comprai alcuni libri tra cui quello del dott. Giniaux, il fondatore dell’osteopatia equina.

Dominique  Giniaux

La lettura di questo libro mi ha aperto nuovi orizzonti: improvvisamente ho trovato una corrispondenza tra cause ed effetti ed ho compreso che la madre di tutti i problemi di Gordon (e di tutti i cavalli) era la colonna vertebrale. Decisi di provare a manipolare anche perché sul manuale c’è scritto che se sbagli il cavallo si ribella (chi ha detto che il cavallo non è intelligente?). Dopo circa 10 min. sentii che le mie dita affondavano e compresi cos’era la manipolazione: i risultati furono subito sorprendenti!

Il cavallo soffriva di frequenti diarree: manipolando una vertebra dorsale sono sparite. Ho ricominciato dalla C115 ma da allora ha sempre saltato con buona volontà. L’unico problema non risolto era la copertura delle combinazioni. Allora provai a farlo passare sui cavalletti e scoprii che c’era un problema anche all’anca sinistra. Anziché fletterla, rialzava la groppa: decisi che la soluzione era nel passo lungo a mano sx.

Cominciai a lavorarlo nel tondino 1-2 ore al giorno: dopo il lavoro l’articolazione era bollente e la trattavo con la schiuma. In tre mesi il calore era molto diminuito e cominciai a manipolare l’articolazione ed a fletterla sollevando l’arto sinistro.  Dopo circa 15 mesi, il cavallo copriva le combinazioni ed aveva una qualità d’impulso che non  mai avuta.   Il suo umore era molto cambiato: non aveva più dolori ed era sereno e felice. Prima mostrava sempre segnali di compensazioni attraverso gonfiori agli arti posteriori: ora sono sempre asciutti e freschi.

Cosa volete di più dalla vita?

P.S. Ho curato nell’ordine:  artrosi al ginocchio posteriore dx, ultime tre vertebre dorsali e vertebre lombari bloccate, quarta lombare fuoriuscita,  sublussazione lombosacrale,  diffuse incordature (compensazioni) bilaterali sulla groppa, artrosi articolazione coxofemorale sx,  artrosi garretto sx.  Ho usato solo prodotti per uso topico (schiuma di ketoprofene prima del lavoro e ghiaccio dopo) e tanto lavoro al passo sopratutto per sviluppare la spinta dell’anca sinistra che era carente.  Occorre osservare che per il benessere del cavallo ogni lesione guarita è un grosso miglioramento; non così sul piano agonistico che è influenzato soltanto da una guarigione completa.  Ho messo su you  tube un percorso di Gordon affinchè tutti possano apprezzare il risultato (cliccate Carlo Cadorna su GordonIII).  Come si può osservare, l’estensione dell’anca sx non è perfetta: probabilmente c’è anche una lesione alla capsula articolare che non ha molte possibilità di miglioramento(anche considerata l’età del cavallo di 18 anni).  Tutto il resto è completamente guarito.

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 Ora sto imparando su un nuovo cavallo più giovane (Utah) e di grandi potenzialità atletiche (Gordon sta vivendo la sua seconda giovinezza a casa di un amico ed ogni tanto vado a trovarlo).  Ha una grave artrosi sulla zona lombare dx che gli va a toccare il nervo sciatico(credo di origine traumatica che, non essendo stata curata, ha prodotto una ossificazione).  Il cavallo è stato lavorato per 5 anni senza che nessuno si accorgesse del problema: di qui l’insorgere di molte compensazioni e di un carattere talmente difficile da essere pericoloso da maneggiare e da montare.  Ho curato le compensazioni più visibili e sto lavorando sulla lesione principale (potete vedere il risultato nell’articolo “Il circolo”).  Poichè questa lesione non è curabile, nel senso tradizionale del termine, bisogna, come dice Giniaux, che il cavallo trovi un modus vivendi con essa:  è una questione che richiede molto tempo.  Questo è possibile nella misura nella quale il cavallo sviluppa una muscolatura idonea nella zona.   Sono stato anche aiutato da un osteopata veramente bravo che ha manipolato delle vertebre cervicali ed allineato l’anca dx  e da un fisioterapista con l’apparecchio TECAR.  Ora il cavallo è in via di guarigione:  sono sparite le difese (almeno nella loro forma più accentuata) e la “sensibilità” lombare sta diminuendo ogni giorno mediante manipolazioni aiutate da   arnica ed eparina, che serve a sciogliere tutte le aderenze che vi possono essere sulla colonna e ne impediscono il regolare funzionamento.  Credo che il cavallo debutterà in completo-S.O.  nel mese di maggio(2013):  ne sentirete parlare (Utah).  Questo cavallo mi ricorda Superiore del Giglio per la grande difficoltà dovuta ad un carattere dominante(era sicuramente il capobranco) che non accetta compromessi.  Confrontarmi con lui ogni giorno è per me una grande sfida e la fonte di grandi soddisfazioni. (ma anche di grandi problemi con il senno del poi!!).

Il cavallo e me… abbiamo debuttato in completo il primo maggio 2013. Il cavallo è andato bene nelle tre prove confermando le enormi qualità atletiche che gli attribuivo (nelle foto si vede come lo sviluppo della linea dorsale è ancora modesto).

La settimana successiva ho partecipato ad un completo al CEF che è stato molto avventuroso perchè il cavallo mi è scappato mentre lo preparavo ed ha galoppato per mezz’ora:   poichè sentiva fastidio sulle vertebre,  ha cominciato a scalciare con grande intensità.  Il giorno dopo era molto dolente sulla schiena ma, dopo due giorni di riposo,  la lesione non sembrava dargli più alcun fastidio.   Mi sorge quindi spontaneo il dubbio che la guarigione potesse essere accellerata da un intervento osteopatico violento sul posteriore dx.  Certo, sono cose che bisogna saper fare:  per questo pongo il quesito agli esperti di osteopatia che mi leggono.

Dopo tre mesi il cavallo ha iniziato a competere in 115.:  lo potete vedere su youtube.com/carlo cadorna/UTAH.   La cosa più positiva è che il cavallo sembra facile, mentre non lo è per niente….

  Infatti, dopo qualche uscita discreta, il cavallo ha cominciato a manifestare il suo carattere prepotente.  E’ dovuto al fatto che la lesione vertebrale gli ha provocato una compensazione muscolare sulla groppa sx (una contrattura ormai cronicizzata)piuttosto fastidiosa  che prima era poco evidente ed ora, dopo un intervento del veterinario che si è rivelato inutile,  sto curando con massaggi e  con la magnetoterapia (in questo campo ho una grande esperienza perché la uso su di me da venti anni)(“Gli apparecchi elettromedicali e non solo”): la spinta del posteriore (sx) sta crescendo giorno per giorno ma, fino a che non sarà completamente sviluppata ed posta sotto il controllo della mano, non credo che un  simile cavallo(di eccezionale personalità) possa essere veramente sottomesso (“La sottomissione”).  Anzi il cavallo, come conseguenza della sempre maggiore spinta,  sta diventando sempre più difficile da controllare.  Ha dei riflessi talmente rapidi che è pressoché impossibile prevenire le sue difese: quando te ne accorgi ti ha già portato fuori traiettoria.  Tornerà sotto controllo totale soltanto quando, essendo guarito ed utilizzando di conseguenza correttamente la schiena, potrò montarlo utilizzando esclusivamente l’azione del peso del corpo  e mi verrà nella mano ugualmente dalle due parti (a dx viene di meno). (25/08/2017 a distanza di tanto tempo posso confermare questa frase: avevo ragione!)

Il cavallo presentava una zona circolare talmente cicatrizzata(fibrosi) da essere durissima: dopo tre mesi di massaggi (per separare le fibre muscolari) e magnetoterapia – regolata al massimo per richiamare sangue- la cicatrizzazione è scomparsa ma c’è ancora una certa infiammazione che sta gradualmente diminuendo.  Questo è dovuto al fatto che mano a mano che migliora si accentua la pressione su quella zona perché aumenta la spinta: è perciò necessaria una completa guarigione che non mancherà di arrivare (fine aprile circa).  Questo perché la magnetoterapia regolata al massimo ha l’effetto di un fortissimo vescicante ma agendo in profondità e senza rovinare la cute  e  o produce guarigione oppure determina un aumento dell’infiammazione (che non si è verificato).  Quindi, il tempo richiesto per la cura della lesione (cinque mesi) dimostra la gravità della stessa:  ma anche le straordinarie possibilità di cura nel solco dell’osteopatia(non della veterinaria!).  Ora, (metà maggio) la lesione è guarita ed il cavallo ha cominciato a sudare moltissimo sui muscoli che non usava. Quindi, malgrado tutte le difficoltà insite nel carattere del cavallo, sono fiducioso ed assolutamente certo di riuscire nel mio scopo che è quello di trasformarlo in un atleta di grande talento (potete vedere un filmato su facebook/carlo cadorna).   Per curare i cavalli ci vuole metodo razionale e… pazienza.  Qui sotto  potete valutare i progressi fatti (osservare soprattutto la crescita della muscolatura lombare e l’abbassamento delle anche) (“Il lavoro nel tondino”).

E’ interessante notare che, durante questo periodo di cure (“Il lavoro nel tondino”), il cavallo ha completamente cambiato il suo modo di stare in stazione (il mio veterinario di tanti anni fa, Girolamo Menichetti, scopriva i problemi dei cavalli osservandoli in stazione): prima era sempre appoggiato soltanto sul posteriore destro, ora si appoggia su entrambi i posteriori e lo sguardo è diventato molto più vivace (questo è l’indice del benessere).

A seguito della guarigione della lesione individuata nel posteriore sinistro (si può vedere con l’ecografo una grossa cicatrice profonda) e quindi del miglioramento della sua locomozione, il cavallo ha smesso di difendersi al galoppo dx ed ha iniziato a mostrarsi più diritto: spinge di più e non può essere un caso che sia anche più sottomesso.  Ha sempre avuto difficoltà a farsi toccare la testa: da qualche giorno permette che io passi con il bruscone abbassandola (“La sottomissione del cavallo”).  Il cavallo ha ancora degli alti e bassi: se un giorno salta impegnandosi molto, resta contratto nei giorni seguenti: vi sono evidentemente delle aderenze (nel post. sx) che richiedono un po’ di tempo ma la cui entità sta diminuendo in concomitanza con il progresso della riunione.  D’altro canto, ho smesso di usare qualsiasi medicinale.

Purtroppo, mi sono poi accorto che la lesione al post, sx non era l’unica:  infatti la groppa sx era coperta da uno spessore fibroso che impediva una diagnosi corretta , perfino con l’ecografo.  Ho cominciato ad avere dei dubbi perché la crescita muscolare dei posteriori si è fermata ed ho ripensato agli insegnamenti di G. Menichetti.  Ho quindi deciso di trattare con la tintura tutta la groppa ed ottenuto subito un riscontro positivo.

Ho effettuato 8 cure di 5 giorni, con adeguato intervallo ed il revulsivo ha eliminato lo spessore fibroso consentendomi di sentire una lunga e larga cicatrice, abbastanza superficiale, posta proprio in corrispondenza del muscolo di spinta.

Ora ammorbidisco la cicatrice con delle creme emollienti ed il cavallo ha ricominciato a progredire ed a usare il post.sx.  Ma bisogna riempire una larga zona di superficie priva di muscolo (un vero e proprio buco tipico delle lesioni di 3° grado (“Le lesioni muscolari”).

                                                               Alla luce dell’esperienza fatta, credo di poter affermare che la causa principale delle prestazioni altalenanti dei cavalli impegnati nell’attività agonistica ed impiegati correttamente, è lo stato non perfetto della colonna vertebrale:  la soluzione corretta sta quindi nel mantenerla in perfetto stato di funzionamento con un controllo quotidiano (bastano cinque minuti) e competente.

Inizialmente conviene manipolarla al centro:  quando questa parte viene coperta dal muscolo lungo-dorsale, conviene concentrarsi sulle vertebre laterali, soprattutto quella dalla parte più rigida(quella  alla quale il cavallo ha maggiore difficoltà ad incrociare i posteriori.  La manipolazione può anche essere sostituita dall’esercizio alla mano prima di montare che porti allo scavalcamento dei posteriori.  Va tenuto presente che la manipolazione esprime i suoi effetti nei giorni successivi:  quindi, va fatta soltanto quando è necessario.

Nel lavoro quotidiano mi pare sempre più evidente che il Prof. Canali (“Lo sviluppo della funzione di flesso-estensione”) ha pienamente ragione:  infatti trovo più vantaggioso lavorare al passo (allungato) per sviluppare la funzione di flesso-estensione ed al galoppo(transizione dal trotto) per aumentare la tensione dorsale,  privilegiando la mano (dx) del posteriore che dà meno spinta (il sx).

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Non mi sono sbagliato su questo cavallo anche se non immaginavo che fosse una cosa tanto difficile e lunga.

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Ma, ne sono certo, quando si ha fretta, i cavalli si rompono!

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Ho avuto conferma anche in gara che le difese sono sparite: la lesione è ormai coperta dalla muscolatura ed ho apportato qualche modifica al lavoro perché ora il problema è lo sviluppo della spinta del posteriore sx: vi sono ancora delle fascie muscolari incollate tra di loro che, piano piano, si stanno sciogliendo attraverso il massaggio.   Come ho già scritto avevo sottovalutato la complessità del recupero:  ma ora la soddisfazione è doppia!  (soprattutto quella, dopo tante vicissitudini, di aver conservato il cavallo integro).

Sappiano i lettori che a J. Dubbeldam era stato affidato un cavallo di otto anni di particolare qualità(Chuck Blue): senonchè è stato vittima di un grave problema muscolare ad un posteriore(Flemmone) che si è spaventosamente gonfiato.  Purtroppo ne ho visti tantissimi nel passato e ne ho montati due. Il recupero è molto difficile è non è mai completo!  Questo dimostra quanto è difficile modificare la postura di un cavallo che è stato cominciato in modo non corretto.  Dalle foto di Chuck Blue si vede un collo gonfio, segno di peso sulla mano dovuto a squilibrio…

                                                                                    CONCLUSIONE

Quando ho acquistato il cavallo aveva, oltre alla lesione sulla colonna vertebrale, due strappi muscolari di terzo grado, uno profondo nella natica sx, l’altro superficiale sulla groppa sx, dovuti entrambi a compensazione.  Gli strappi muscolari così gravi si riparano bene se vengono trattati con ghiaccio ed immobilità appena si verificano.  Non è stato il caso ovviamente per quelli di Utah che è stato così difficile diagnosticare (avete letto la cronaca dei risultati parziali ma spesso anche delle mie illusioni) anche perché erano coperti da una spessa coltre fibrosa:  di conseguenza hanno sviluppato (sotto l’effetto riparatore della magneto) delle cicatrici  di cui quella sulla groppa interferisce meccanicamente con l’effetto di spinta del posteriore sx.

Di conseguenza sto lavorando per ammorbidire la zona cicatriziale e sostituirla con una nuova e giusta muscolatura:  vi è un miglioramento quotidiano che lascia ben sperare anche perché le difese sono praticamente sparite.    Devo dire che ho dovuto constatare la superiorità dei vecchi metodi di cura (tintura) rispetto a quelli moderni (tecar) pur efficaci ma non risolventi.  Provo parecchio rimpianto per la presenza del vet.  Prof. Girolamo Menichetti che tanto mi ha insegnato!  Quando gli passavo il sottopancia …mordicchiava:  ora non più, una piccola difesa cui non avevo dato il giusto peso!  Inoltre la sudorazione sta interessando dei muscoli nuovi (glutei e fascia lata) ed è un buon segno e la spinta dei posteriori sta aumentando in modo entusiasmante!

Col senno del poi avrei dovuto utilizzare la tintura ed in modo efficace (con lo spazzolino) non appena mi sono accorto che vi era un problema sulla groppa sx: le cure radicali sono sempre le più efficaci.  Ora(nov. 2016) dopo due passate di tintura con lo spazzolino che hanno provocato delle belle croste,  è sparita la cicatrice ed anche una incordatura appena più sopra che certamente dava fastidio.  Ora sto massaggiando la parte con una pomata allo iodio che, lentamente, farà cadere le croste.  Il cavallo sembra guarito ed a fine mese potrei riportarlo in gara.

Devo spiegare ai lettori perché è necessaria la tintura (vescicante) ogni qualvolta vi è una lesione cronicizzata:  perché l’effetto del vescicante è quello di riprodurre, a riposo, la stessa infiammazione prodotta dal trauma. Di conseguenza è atto a distruggere tutte le forme riparative che interferiscono con il normale funzionamento dei muscoli.  Quello che deve portare all’uso del vescicante è lo stato di impermeabilità all’uso delle pomate della muscolatura.  Quando raggiunge una buona permeabilità conviene invece affidarsi alle manipolazioni, prima con eparinoidi e poi con arnica.

Il 18/12 ho partecipato ad un concorso sociale molto frequentato:  il cavallo mi ha fatto qualche difesa per entrare in campo prova ma poi si è comportato bene:  ha saltato avvicinandosi ai salti ed aggiustandosi davanti che è il modo migliore per usare veramente la schiena.  Il giorno dopo stava ancora meglio e la zona “incriminata” era ancora meno contratta (la sto trattando con eparina e acido jaluronico):  questo è un ottimo segno!  Significa che i problemi muscolari di Utah sono in via di soluzione.

Il 21/12 è passato il veterinario fornito di ecografo ed ha confermato che Utah è guarito (sul piano clinico)!  Sono state curate le seguenti lesioni: artrosi in L3-4 dx – numerose vertebre bloccate (C1-2-3, D10/15, )- spostamento anca dx- blocchi colonna vertebrale (almeno 10)- strappo profondo 3° grado in gluteo sx- strappo superficiale 3° grado groppa sx ed esiti cicatriziali complessi.   Consentitemi un po’ di soddisfazione… Un grazie particolare all’amico Federico che mi aiuta a verificare i reali progressi del cavallo!

 

 

 

 

 

 

 

Ora ho ripreso a lavorare normalmente alle tre andature ed il cavallo sta recuperando la muscolatura che in passato non poteva svilupparsi:  ogni giorno faccio qualche salto senza velocità allo scopo di fargli usare la schiena e mi dà delle belle sensazioni.  La zona cicatriziale si sta muscolando e dall’altra parte è sparita qualche leggera incordatura.  Inizio il lavoro sulla strada per il necessario riscaldamento, poi vado in collina e trotto in salita, intervallato da passo in discesa: il cavallo ora estende bene la linea dorsale sui due diagonali.   Quindi lavoro in campo ostacoli per una maggiore concentrazione.  Il cavallo di conseguenza sta subendo una grande modificazione anche morfologica, è completamente decontratto e molto più bello.  L’anca sx, che era sempre bassa, ora comincia a sollevarsi ed il cavallo si aggiusta anche nei salti a mano sx.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre giorni dopo aver scritto la frase che precede(27/08) mentre lavoravo in piano al trotto, il cavallo si è fermato con la schiena molto inarcata, ha abbassato il muso ed ha cominciato a raspare:  ho immediatamente interrotto il lavoro. Poiché il giorno dopo l’ho trovato benissimo, suppongo che si sia staccata qualche aderenza sulla cicatrice:  un ulteriore passo avanti!

Ora(28/01), il cavallo è completamente cambiato perché il posteriore sx funziona ed il cavallo si è riunito:  di conseguenza è avvenuta la rotazione del bacino e la cicatrice sulla groppa non si sente più essendo affondata nella muscolatura.  E’ invece comparsa in superficie l’altra cicatrice che si trova  spostata indietro di circa 20 cm.  In questa posizione è molto meno fastidiosa e meno difficile da curare dell’altra  e l’aiuto con una pomata per le screpolature e sempre eparina+acido ialuronico.  Utah ha acquistato tono muscolare  ed è diventato molto bello!  La spinta in avanti continua ad aumentare così come la sua leggerezza:  sono curioso (e molto!) di sapere dove potrò arrivare…. Approfitto del cattivo tempo per lavorare in circolo a mano dx perchè in questo modo  attacco la cicatrice direttamente: i primi giorni mi ha fatto qualche difesina ma vanno diminuendo rapidamente….la cicatrice ha ancora un po’ di calore, ma migliora ogni giorno.

Al 12 aprile, la zona ancora calda è di circa 5×5 cm. e si è spostata sull’estremo lembo posteriore della groppa.  Se pensate che la zona interessata complessiva era di 20×30 cm., Vi potete rendere conto dell’enorme lavoro e progresso compiuto. Penso di arrivare alla guarigione totale…

Ai primi di giugno, la zona interessata ha smesso di produrre calore evidente ma i miglioramenti del cavallo, che ora è quasi perfettamente diritto, l’hanno portato ad impiegarla maggiormente:  in piano con evidente progresso giornaliero ma….come gli metto davanti un salto, si mette in difesa scartando.  E’ quindi evidente che teme il dolore.  Ma dimostra anche che la soluzione del problema è vicina.  Ho cambiato pomata usando la stessa impiegata con successo sull’altra cicatrice nell’ultimo periodo: è una pomata allo iodio che richiama sangue e, quindi, aiuta la riparazione dei tessuti.  Dopo i primi giorni, sembra che la pomata funzioni…. Le difese sono sparite, il cavallo salta molto bene e la sensibilità sulla cicatrice è quasi sparita(20/06). Rispetto al video sottostante, il passo è più lungo e più cadenzato.

Ecco Utah il 1/06:  si faccia un confronto con le foto postate nell’articolo “Il lavoro al passo”.   L’1/08 dopo aver dimostrato un deciso miglioramento si è risentito sulla cicatrice. Dopo tre gg. di riposo ho ricominciato a lavorarlo a mano e sembra decisamente migliorato nell’uso della schiena:  ritengo che si sia staccata qualche aderenza muscolare come già avvenuto con l’altra cicatrice. Infatti ora (15/08) sembra andare bene e lavora finalmente in completa decontrazione, con una bella cadenza.

Al 1 dicembre il cavallo è quasi perfettamente pari nella mano e la cicatrice sembra non dare più fastidio anche con un modesto calore che controllo con arnica. Sto insistendo con il lavoro al passo ed in collina.  Poiché è pronto per portarlo in gara, il 6/01/2019 parteciperò ad un sociale e poi seguirò il calendario partendo dalla 115.

Il cavallo continua a migliorare ed ho trovato vantaggio a far precedere il lavoro da 30′ di lavoro alla corda al passo, a mano dx, con la longhina agganciata a sx, allo scopo di mantenere il cavallo diritto. Il calore è praticamente sparito ed il cavallo suda sui muscoli giusti.

Purtroppo ho commesso un’imprudenza e sono caduto procurandomi uno stiramento all’inguine con strappo sovrastante: è molto doloroso. Non potendo montare per almeno 50 gg. ho iniziato a lavorare il cavallo a mano al passo (“Il lavoro a mano”): ho unito gli anelli dell’imboccatura con un cinturino che collego alla longhina. Tenendo la longhina con la mano dx e la frusta lunga nella sx, riesco a determinare, sulla strada, la stessa situazione del lavoro montato ma con maggiore controllo e. quindi, efficacia. Come nel lavoro montato, bisogna curare la tensione dorsale (con la frusta) e la cadenza (con la mano): il miglioramento della cadenza indica il progresso generale!  Questo lavoro mi fu insegnato nel 1973 dal mio istruttore P. Angioni che l’aveva appreso dal cavaliere svizzero Chammartin, medaglia d’oro alle olimpiadi di Roma ed è di grande efficacia. Il cavallo ha completato la muscolatura posteriore con lo sviluppo dei muscoli psoas.

Allo scadere del 2019 la situazione è la seguente: il cavallo è guarito dei problemi muscolari e sto migliorando con la sostituzione della sella (quella che usavo doveva essere imbottita) e manipolazioni quotidiane la funzionalità della colonna vertebrale in L2-3. Credo quindi che sarà in buone condizioni non appena finirà il gelo…..

All’arrivo del coronavirus, il lato dx della colonna vertebrale di Utah ha sviluppato finalmente una buona muscolatura ma continuo sempre a manipolarla con artrosilene schiuma allo scopo di tenere sotto controllo la sempre più leggera infiammazione.

Al 10 settembre 2020, il cavallo è praticamente perfetto come equilibrio:  resta ancora un po’ di sensibilità sulla zona lombo-sacrale che, però, sta diminuendo.  A giorni alterni lavoro su un salto che lo obblighi ad usare la schiena con grande vantaggio.

Da dicembre non ho più potuto montare a cavallo per problemi fisici che dovrei aver risolto a metà marzo 2021 con un’operazione. Di conseguenza ho iniziato a lavorare il cavallo a mano.  Erano molti anni che non lavoravo sistematicamente un cavallo a mano:  ma è stato provvidenziale.  Infatti cominciando con 30 minuti sono arrivato a 80 giornalieri.   Il cavallo ha dimostrato di aver bisogno di questo lavoro dal momento che è completamente cambiato fisicamente: ora tiene facilmente una cadenza molto rallentata senza perdere assolutamente impulso.  Il posteriore sx ha mostrato, attraverso una piccola zona sudata, di avere ancora qualche problema muscolare da superare in corrispondenza dell’ultimo strappo che ho curato.  Tornerò a montare a metà maggio e penso che il cavallo sarà pronto per nuove sfide……

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carlo Cadorna

 

31 Responses to “L’OSTEOPATIA”

  1. Estremamente interessante…
    grazie,
    Nic

    3 Aprile 2011 at 17:48 Rispondi
  2. Carlo Cadorna #

    Grazie! E’ un campo che si sposa perfettamente con l’equitazione. Per approfondire è interessante la lettura del libro “Vers une èquitation totale” di Jean Claude Racinet – cavalivres.com

    5 Aprile 2011 at 14:40 Rispondi
  3. Tradizione e innovazione, cultura con volonta’ di condivisione e di confronto: grazie!

    19 Aprile 2011 at 01:15 Rispondi
  4. E’ questa la differenza di approccio ai problemi che dovrebbe essere comune a tutti noi che montiamo a cavallo. Purtroppo molti avrebbero velocemente sostituito il povero Gordon ….

    29 Giugno 2011 at 20:15 Rispondi
  5. costantino #

    interessante,risolvereun problema del proprio cavallo deve essere una sensazione incredibile ,perchè il cavallo da unostato di malessere guarendo migliora la sua vita e quella del proprio cavaliere,per avere questo libro come devo fare ,grazie

    30 Giugno 2011 at 19:21 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      Mi creda, dà una soddisfazione maggiore di quella di vincere un Gran Premio, magari con un cavallo pagato caro.
      Il libro lo trova su cavalivres.com ed è bellissimo e di straordinaria chiarezza. “Les chevaux m’ont dit” Giniaux

      30 Giugno 2011 at 21:10 Rispondi
  6. federico #

    articolo interessante,complimenti.mi saprebbe dire chi devo contattare per far visitare il mio cavallo?

    8 Ottobre 2011 at 14:16 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      Grazie! Al centro sud dubito che vi sia un vero osteopata. Comunque tenga presente che
      la manipolazione mette il cavallo in condizione di lavorare: ma poi è il lavoro giusto che ripara le lesioni.
      Per cui, per la mia esperienza, non basta un osteopata ma ci vuole anche un uomo di cavalli.
      Mi faccia sapere dove tiene il cavallo….

      8 Ottobre 2011 at 16:56 Rispondi
      • natalia #

        Salve!

        L’articolo molto interessante. Mi ha dato la speranza di curare i nostri artrosi.. se ho capito bene vi ha aiutato la schiuma di ketoprofene contro l’artrosi e il movimento lento e protratto per molto tempo, vuol dire solo passo per un’ora ad esempio? Qualcosa altro? Grazie!

        19 Ottobre 2011 at 13:51 Rispondi
        • Carlo Cadorna #

          L’artrosilene schiuma va bene; ma recentemente ho scoperto che il ghiaccio, applicato per 20-30 minuti
          dopo il lavoro è ancora meglio. Per cominciare li userei tutti e due: uno prima e l’altro dopo.
          Il lavoro più indicato è il passo lungo, il più lungo possibile, meglio nel
          tondino con la frusta sempre dietro, protratto per almeno un’ora. L’ideale è che il cavallo sia fornito
          di redini applicate come si vede nella foto pubblicata nell’articolo “l’equitazione nell’ottica delle funzioni”.
          Se le artrosi sono molte, si deve sempre partire dall’alto a curarle, e poi scendere…

          19 Ottobre 2011 at 14:09 Rispondi
          • natalia #

            Grazie, Carlo!

            Per quanto tempo pensi che serve a fare questo lavoro in tondino al passo con l’elastici?

            La mia cavalla quando si riscalda comincia correre, allora secondo te niente di trotto, niente di galoppo? E cosi per mesi?

            25 Ottobre 2011 at 12:21
          • Carlo Cadorna #

            Attenzione che la cavalla deve sempre avere il naso davanti alla verticale!
            Il tempo dipende dall’entità e sopratutto dall’età della lesione (se è vecchia ci vuole più tempo – le lesioni da compensazione richiedono molto più tempo delle lesioni che le hanno originate !); e anche se le cure sono appropriate e fatte nel punto giusto. Per dare una risposta dovrei vedere la cavalla. Per un massimo di sei mesi. Deve girare solo al passo (prevalentemente sul lato dove si appoggia di meno) e comincerà ad essere guarita quando, anche allungando molto, non cercherà più di partire al trotto. Dopo il lavoro bisogna “sentire” con le mani dove vi sono punti di calore ed applicarvi il ghiaccio.

            25 Ottobre 2011 at 14:14
  7. timoteo #

    Buongiorno, mi permetto di esporre le problematiche del mio cavallo di 7 anni ..
    In stazione ,appoggio prevalente sul posteriore dx, con il sinistro sollevato abbastanza arretrato , a volte spostato verso l’esterno; scarsa muscolatura dei posteriori rispetto ad un addome abbastanza prevalente , passo corto ,e tendenza a rompere al trotto appena spinto ad allungarlo ,.Facilità di flessione a sinistra rispetto alla destra ,criniera piegata a sinistra ,discreto galoppo a mano sinistra , quasi impossibilità a mantenere il galoppo destro , molta fatica nel prendere il galoppo destro , occorrono diversi tentativi ,.In campagna e in liberta galoppa sempre a sinistra appena possibile .Inoltre tendenza a precipitarsi su ostacoli anche modesti , transizioni a scendere dal galoppo al trotto abbastanza traumatiche , con testa alta in difesa ,.A detta del vet la muscolatura del posteriore sx è minore rispetto a quella di destra .Completo dicendo che purtroppo per mancanza di tempo il cavallo lavora poco in piano , e il suo cavaliere è il classico trasportato della domenica .Se il caso è disperato cestini e grazie comunque .
    timoteo

    10 Aprile 2014 at 15:44 Rispondi
    • lastriglia #

      Nessun caso è disperato purchè vi sia la costanza e la volontà di risolvere i problemi. Il cavallo ha il posteriore sx atrofizzato.
      Ha bisogno di un lungo periodo di lavoro al passo (nel tondino con le redini) con prevalenza a mano sx(a dx solo per farlo riposare)allo scopo di sviluppare la forza di quel posteriore. Solo quando va bene al passo allungato alle due mani si può cominciare ad alternare il passo(come riposo) al trotto. Se il posteriore sx restasse rigido e cercasse comunque di partire al trotto, fategli spostare la groppa verso dx fino ad incrociare i posteriori e alternate circoli di 6 m. a circoli di 12. Il mio cavallo era in una situazione peggiore perché l’atrofia era causata da lesioni gravissime: ora è al 90% ed in continuo miglioramento. L’importante è lavorare nella giusta direzione verificando un progresso costante.

      10 Aprile 2014 at 16:19 Rispondi
  8. Alberto Alciator #

    Buon giorno Colonnello, la storia di questo cavallo è un po’ lunga , ma del resto simile a quella di tanti cavalli da lei citati e quindi vengo subito al dunque per chiederle un consiglio.
    Anche se il cavallo non è più pericoloso, rimane molto difficile e quindi sto cercando di impostare un lavoro in tondino che possa essere fatto anche dalla proprietaria e limitare per ora il lavoro montato a semplici sedute di verifica effettuate da qualcuno con più esperienza. Mi sono ormai convinto che alla base di gravi problemi di un cavallo ci sono sempre problemi fisici
    di cui non si tiene conto e anche in questo caso i segnali che il cavallo da sono inequivocabili. Vorrei cercare di fare le cose al meglio e ho ripreso il lavoro da capo. Ho rimesso il cavallo in tondino e ho cercato di migliorare il passo e questa settimana comincerò il lavoro con le redini da lei consigliato. Ora il cavallo ha migliorato il suo passo ma i posteriori sembrano ancora piuttosto rigidi. A mano sinistra il cavallo tende ad allargare il circolo, a mano destra ovviamente il contrario.
    A mano sinistra, in tondino, le transizioni al galoppo sono adesso abbastanza fluide mentre a mano destra il cavallo da ancora segnali di fastidio. Ho caricato su you tube due video per permetterle di vedere il cavallo e darmi qualche consiglio, nei video uso uno chambon che però è fissato solo sulla nuca per evitare un portamento troppo alto della testa.

    https://www.youtube.com/watch?v=nWPZz8FZDko

    https://www.youtube.com/watch?v=yiYn82sDDMo

    Se mi vengono in mente altre informazioni che potrebbero esserle utili le farò sapere.

    Grazie

    Alberto Alciator

    21 Aprile 2014 at 13:33 Rispondi
    • lastriglia #

      Il cavallo è decontratto ed avanza a tutte e due le mani. La schiena sembra muscolata ed attaccata bene: quindi o ha fatto un ottimo lavoro oppure è un cavallo molto ben costruito. Ora lo chambon non serve più: gli metta le redini come ho spiegato, lunghe uguali(circa 1.60), e lo faccia girare al trotto dopo averlo riscaldato al passo a mano dx. Cambi di mano ogni 2 min o anche meno (un po’ di più a mano dx)anche per fargli riprendere fiato. Il tondino non dovrebbe essere più grande di 12m. Mi mandi un filmato al trotto con le redini. E’ possibile che il cavallo abbia qualche problema muscolare sulla groppa nella parte dx: in genere capitano sulla continuazione di quelli che chiamano i “segni della fame”, dove passa anche il nervo sciatico. La qualità del lavoro al trotto si valuta dalla cadenza…se aumenta si rimette al passo e poi…si riparte! La quantità di lavoro si valuta dalla respirazione.

      21 Aprile 2014 at 15:00 Rispondi
      • Alberto Alciator #

        La ringrazio per i consigli, appena possibile le farò avere un filmato del cavallo al trotto. Il cavallo mi sembra ben costruito, solo era tutto bloccato, nel vero senso della parola, i muscoli erano tutti rigidi e il cavallo avanzava in modo disordinato ed era sempre in fuga. Montato non si muoveva e se insistevi piegava il collo a destra e poi andava a sinistra per schiacciare la gamba del cavaliere contro la parete. Presenta varie schinelle che sembrano non fargli più male, ma potrebbero avergli fatto male nel periodo della doma e forse questo l’ha incattivito. Sono comunque un segno di una sofferenza delle ossa di cui non è stato tenuto conto , nonostante siano molto evidenti, il cavaliere che lo montava non se nera neanche accorto.
        Ho lavorato in tondino per quasi due mesi, prevalentemente al passo anche molto a mano per abituarlo ad avanzare ed accettare il contatto dell’imboccatura. Quando mi dava l’impressione di fare più fatica rallentavo il lavoro per qualche giorno per poi riprendere il passo che si vede nel filmato. Un altro particolare che ho notato è che a volte nelle transizioni trotto passo il posteriore destro ha un attimo di cedimento. A presto. Alberto Alciator

        23 Aprile 2014 at 18:36 Rispondi
        • lastriglia #

          Il posteriore dx non è regolare ma non c’è alcun segnale di dolore o fastidio dalle orecchie del cavallo: questo è un buon segno! Dovrebbe quindi essere soltanto un problema funzionale (ma potrebbe esserci qualche vertebra dorsale o lombare bloccata a dx). Provi a sentire se, dopo il lavoro, c’è qualche punto caldo della colonna vertebrale sotto la paletta della sella e lombare. Il mio cavallo invece, a mano sx, quando sollecitato, metteva le orecchie indietro…

          23 Aprile 2014 at 18:46 Rispondi
  9. timoteo #

    Buongiorno sig Colonello,in merito al problema del cavallo con posteriore sx atrofizzato , ,dovendo sviluppare la forza di quel posteriore come da Lei gentilmente consigliato ,ho dei dubbi sul lavoro in circolo con le redini , a quale mano a mano conviene effettuarlo ? , cioè in in circolo qual’è il posteriore che lavora di più al passo , quello interno o quello esterno ? ; ( in letteratura si trovano delle indicazioni anche contrastanti e complicate parlando di ingaggio ,spinta etc etc) .Tra l’altro ho provato a spostare la groppa verso dx flettendo il cavallo a sx con una lunghina , ma da quella parte il posteriore sx non incrocia il dx ma gli si accosta solamente , dall’altra parte l’incrocio invece avviene facilmente , spero che questo non sia un segnale di problema anche di tipo scheletrico , che poi avrebbe portato il minor lavoro e quindi l’atrofizzazione muscolare del sx..
    Grazie per l’attenzione..

    28 Aprile 2014 at 17:08 Rispondi
    • lastriglia #

      Posto che il posteriore che fatica di più è quello che porta peso(non quello che spinge)(“L’equitazione nell’ottica delle funzioni”), una funzione attiva l’altra. Se il posteriore sx è bloccato, non potrà nemmeno spingere. Nel Suo caso c’è un problema vertebrale a sx tra D 15 ed L6. Il cavallo va manipolato su quelle vertebre alla ricerca del probabile blocco che gli impedisce di flettere il lato sx. E’ l’occasione per Lei di imparare. Prenda dell’arnica gel (arnigel) per far scorrere le dita( il medio) e cominci a massaggiare con delicatezza (dal lato sx), senza premere forte,da D15 (al centro della schiena). Non abbia fretta: dopo 5-10.15 min sentirà che la parte si decontrae e le Sue dita affondano al centro della colonna. Piano piano vada verso l’articolazione lombo-sacrale. Troverà sicuramente un punto più duro e ossificato: non aumenti la pressione ma la durata fino a risultato (la decontrazione) ottenuto. Ripeta la manipolazione sul punto rigido tutti i giorni utilizzando l’Hirudoid gel, tipo forte: la decontrazione arriverà in un tempo sempre più breve. Continui a fare gli spostamenti della groppa da sx a dx perché questo movimento apre le vertebre lombari. Mi tenga al corrente… Durante le manipolazioni il cavallo perde il suo equilibrio normale: quindi deve fare solo passo (con le redini!!!).

      29 Aprile 2014 at 06:33 Rispondi
  10. Alberto Alciator #

    Finalmente sono riuscito a fare qualche filmato del lavoro al trotto con le redini della lunghezza che mi ha consigliato.
    Ho riscontrato anche una zona leggermente calda a destra che sto trattando con ghiaccio e con massaggi che comunque ho sempre usato fin dai primi giorni.
    Nel complesso mi sembra che il cavallo sia notevolmente migliorato e il suo buon giudizio sulla qualità del passo mi conforta. Mi rimane da capire esattamente in quale modo devono lavorare le redini, c’è un momento durante il quale devono entrare in tensione?, e se sì cosa devo fare in quel momento?

    Questi sono i filmati:

    http://www.youtube.com/watch?v=Eq_Jb1vbh6k

    http://www.youtube.com/watch?v=gwqQYmB-ELc

    http://www.youtube.com/watch?v=865baZ8hxWw

    Grazie ancora

    Alberto Alciator

    13 Maggio 2014 at 22:50 Rispondi
    • lastriglia #

      Caro Alberto,
      il cavallo mi sembra a posto, al livello di un puledro domato da pochi mesi. Ora bisogna costruire la muscolatura dorsale che il cavallo ha solo in embrione: si ottiene lavorando così come sta facendo. Tenga presente che le redini, essendo fisse, esercitano una pressione anche quando sembrano lente (l’ho sperimentato montando, anche se per poco, il cavallo che lavoravo nel tondino). Con l’aumento della muscolatura (visibile soprattutto sul collo) il cavallo tenderà maggiormente le redini: questo avrà un’influenza sulla flessione delle articolazioni posteriori determinando una CADENZA che ora non c’è. Quando questo si verificherà, dovrà intervenire con la frusta. Per fare prima, quando ha consolidato questa postura del cavallo, può cominciare a montare trottando in leggera salita(mano che cede) e rientrando al passo in discesa (mano che resiste cedendo). E’ un bellissimo cavallo, molto generoso: complimenti!
      Per quanto riguarda gli altri filmati adiacenti il sito che ha postato, i Suoi allievi sono perfetti (complimenti), il Col. d’Inzeo anche, Bartolo bene in rettangolo(ma il cavallo dovrebbe avere una maggiore estensione d’incollatura); invece sul salto la Sua impostazione è errata perché l’assetto non è fermo, la gamba tende ad andare indietro, di conseguenza il cavaliere, invece di mandarsi il cavallo davanti, lo asseconda con il peso del corpo a squilibrarsi in avanti.

      14 Maggio 2014 at 05:52 Rispondi
  11. Complimenti per l’attività che svolge.

    12 Ottobre 2014 at 22:35 Rispondi
    • lastriglia #

      La ringrazio moltissimo!

      13 Ottobre 2014 at 05:57 Rispondi
  12. gianni #

    Buona sera Colonnello,mi associo ai complimenti e ringrazio per la conoscenza equestre che dispensa in questo sito. Vengo al mio problema o meglio al mio cavallo. Ha 20 anni e da circa un anno è peggiorata la situazione che già conoscevo alle formelle sui posteriori. Ma con un quotidiano movimento in campo alla corda, peraltro non eccessivo era sotto controllo. Nell’ultimo anno è però peggiorata con evidenti segni di zoppia. E’ stato visitato da un ottimo veterinario che ha appunto confermato una brutta formella al posteriore destro e una desmite del legamento sospensore del nodello per il posteriore sinistro. Conseguenze, cavallo da tenere a riposo, pochissimo lavoro e non più montabile. Cura, per alleviare il male, con antinfiammatorio Danilon. So che non esistono rimedi per una guarigione, ma la speranza in questi casi è d’obbligo, almeno per un minimo di mantenimento in attività, e quindi mi rivolgo a Lei per ricevere consigli su come comportarmi . Consideri che ormai facevamo più solo passeggiate di un’oretta quasi tutto passo e po’ di trotto. Adesso è sui posteriori ferrato rovescio, sarebbe meglio sferrato? Il veterinario e il maniscalco dicono di no. Quanto lavoro?Tenga presente che il mio cavallo è molto scuderizzato e quindi al pascolo non rimane che massimo un 30/40 minuti poi vuole rientrare in box. le allego l’indirizzo di un filmato http://youtu.be/NOui2RUqXsw
    La ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicarmi. Buona serata.

    22 Ottobre 2014 at 19:49 Rispondi
    • lastriglia #

      C’è un evidente collegamento tra la formella e la desmite: quindi bisogna pensare soprattutto alla formella(la causa) senza aggravare la desmite. Le formelle sono dovute, in genere, a cattivo appiombo dovuto a ferratura errata. Io penso che bisogna sempre avvicinarsi alla natura: sferri il cavallo! Tratti la formella con pomata iodo-iodurata o con reducine(con lo spazzolino) e faccia passeggiare(solo passo) il cavallo un’ora al giorno alla giostra o alla corda, tenendo il posteriore con la desmite all’interno. In due o tre mesi la formella dovrebbe assestarsi e non provocare più zoppia. Non ho potuto vedere il filmato (problemi di protezione). Con lo spazzolino deve massaggiare soltanto la formella: è un rimedio che mi è stato suggerito molti anni fa da Stefano Angioni(grande cavaliere e uomo di cavalli) e che ho sperimentato con successo. Il Reducine (prodotto irlandese) è meglio perché è meno aggressivo sulla pelle. Se il Suo cavallo ha la pelle delicata (sauro o grigio) faccia intervalli di 5 giorni mettendo una pomata idratante. Se può passeggiare il cavallo con le redini è meglio perché starà in equilibrio.

      23 Ottobre 2014 at 06:09 Rispondi
      • gianni #

        Buonasera Colonnello Cadorna, mi ricollego alla situazione che Le avevo descritto nella mia richiesta di aiuto dell’ottobre 2014. Ho seguito le sue indicazioni e il cavallo era migliorato . Ora a distanza di 3 anni si ripresentano gli stessi problemi. Mi sto chiedendo, e Le scrivo per un suo parere, se meriterebbe riprovare la cura e gli esercizi che mi aveva consigliato. Il mio cavallo adesso ha 23 anni ma mi creda fisicamente è veramente ancora molto bello e non ha altri problemi di salute, ed io sono molto testardo e non mi voglio arrendere, anche se tutti mi dicono che per la desmite non c’è nulla da fare Quindi chiedo ancora una volta il suo aiuto, cosa posso fare? Nell’ipotesi che Lei mi confermi la stessa cura ed esercizi Le sottopongo alcuni miei dubbi che possono sembrare ovvi nella risposta ma per i quali preferisco avere una sua chiara opinione:

        – mentre uso il Reducine è controproducente usare antiinfiammatori o meglio annullerebbe il lavoro del Reducine? Lo stesso discorso credo valga per il ghiaccio.
        -quando scrive che ” Il Reducine (prodotto irlandese) è meglio perché è meno aggressivo sulla pelle”, lo è rispetto alla pomata iodo-iodurata? E se del caso ha qualche tipo di pomata iodo-iodurata da consigliarmi. Perchè le chiedo questo, perchè non riesco a rasare bene il pelo e quindi forse la pomata sarebbe di più facile applicazione.
        – le gambe vanno fasciate?
        – uso il Reducine solo sul piede dove è la desmite o si può trattare contemporaneamente anche sull’altra formella? O è opportuno aspettare?
        _ il cavallo è sferrato sui quattro piedi, sarebbe meglio o è possibile che l’ora di movimento la si possa fare montato, sull’asfalto? Tenga presente che io peso 55 kg.
        Mi scusi per tutte queste domande ma credo molto nella sua esperienza.
        Aspetto fiducioso la sua risposta, in attesa la saluto con stima e cordialità.

        12 Ottobre 2017 at 21:18 Rispondi
        • lastriglia #

          La iodo-iodurata la fanno le farmacie specializzate ed è, normalmente, al 10%. E’ normalmente più aggressiva sulla pelle del reducine. Come le consigliai, bisogna curare la formella che è la causa. La desmite andrebbe eventualmente operata desensibilizzando il nervo relativo. Trova la spiegazione su Cavallo 2000 (google desmite). La pomata va messa soltanto sulla formella abbinata al movimento. La desmite al contrario deve essere disinfiammata e, forse, può esserle d’aiuto una fascia elastica quando lavora. Se il cavallo è sferrato da tempo, lo lasci così (i piedi si adattano al terreno su cui lavorano). Per fare il pelo si usa un rasoio usa e getta nuovo. Un cavallo di 23 anni non è vecchio se è tenuto bene e si mantiene in esercizio. Poco tempo fa sono andato a trovare Gordon (24) e l’ho trovato come un puledro!

          13 Ottobre 2017 at 03:56 Rispondi
          • gianni #

            La ringrazio per la tempestività della sua risposta. E’ stato preciso nelle sue indicazioni e ho capito che lavoro devo fare. Un solo dubbio ancora riguardo alla disinfiammazione della desmite, metto il reducine sulle formelle e finito il lavoro di passeggio, da farsi con le fasce elastiche, applico del ghiaccio? O devo usare degli antinfiammatori?
            Se non sono indiscreto potrebbe farmi sapere se del caso in privato sulla mia mail in quale zona Lei opera?
            La ringrazio tantissimo.

            13 Ottobre 2017 at 16:49
          • lastriglia #

            Si! Metta del ghiaccio sul sospensore del nodello e poi un antinfiammatorio (antiflogestina-cretata-metile salicilato 20%)

            13 Ottobre 2017 at 17:28
  13. è da 1 ѕettimana chе navigo e questo polst è la prima cosa
    apprezzabiⅼe che ho viѕto. Realmente convincente.
    Se tutte le persone che creano siti web si prеoccupassero di produrre materiale affascinante come il tuo il web sarebbe certamente molto più facile
    da lеggere. Continua così.

    30 Settembre 2017 at 18:53 Rispondi

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