Si è disputato ieri a Vienna, in un campo appositamente allestito davanti al bellissimo palazzo comunale, l’ultima tappa del Global Champion Tour prima della finale di Doha. Come sempre in questo circuito si è vista della grande equitazione. I percorsi, come ormai d’abitudine, non hanno perdonato i difetti di addestramento dei cavalli ed è un bene per il nostro sport che sia così.
Dopo due percorsi netti, hanno disputato il barrage in quattro: G. Schroeder su London che ha offerto ancora uno spettacolo di grande agonismo in una cornice di grande classe come già è stato alle olimpiadi. Dopo di lui prestazione stilisticamente rimarchevole di H. Smolders su Jackson Hole davanti ad un R.G. Bengtsson che ha pagato la rigidità di schiena del suo Casall che non rientra davanti ai salti ed a una L. Diniz su Winningmood che ha montato veramente male inducendo il suo cavallo in due errori.
Buonasera Colonnello, le chiedo cortesemente se mi può spiegare esattamente cosa intende quando dice che un cavallo non rientra davanti ai salti.
Grazie per il prezioso lavoro che sta svolgendo
Alberto Alciator
Un cavallo rientra quando riesce ad equilibrarsi tendendo l’incollatura nella mano, frenando con gli anteriori e caricando di maggior peso i posteriori, alzando la schiena: da cavallo il cavaliere, avvicinandosi all’ostacolo, “sente” il cavallo che si riequilibra e misura la distanza di stacco senza perdere impulso. Perché questo meccanismo possa determinarsi, è necessario che il cavaliere non si sieda, non interferisca e si limiti ad aprire le spalle mantenendo il contatto con la bocca. Il cavallo che rientra è il risultato finale di un addestramento ben condotto. Occorre sottolineare che anche le transizioni a scendere (dal trotto allungato a quello di lavoro) devono effettuarsi in questo modo: per questo sono la base del lavoro in piano. Il cavallo che non porta avanti (non sotto!) gli anteriori sui salti o non riesce a “dare la schiena” significa che “non rientra”.