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GCT MIAMI GRAN PREMIO

Nell’equitazione di I° livello di oggi, i cavalli devono mostrare di poter collaborare con i cavalieri allo scopo di ottenere il risultato voluto: essi devono quindi esprimere l’IMPULSO che gli consente, sottomesso agli aiuti del cavaliere, di sollevare la base dell’incollatura: essa gli consente di trasformare il salto in un semplice tempo di galoppo, facilitando al massimo l’avvicinamento che determina il salto.  Condizione perchè questo avvenga è che la mano sappia “cedere resistendo” fino ad ottenere che la bocca attraverso l’equilibrio, prima si distacchi da esso e poi vi rimbalzi.

Un buon direttore di campo deve saper valorizzare, non tanto la qualità dei cavalli, ma quella dei cavalieri che sanno realizzare quanto precede: ne è un esempio eccellente, ma purtroppo unico, il nostro Uliano Vezzani.

Il G.P. di Miami ha mostrato due cavalieri che hanno saputo realizzare, nel percorso base, quanto precede:  il cavaliere arabo (KSA) Khaled Almobty su Space Cake e l’amazzone tedesca Katrin Eckermann su Cala Mandia.

Ma nel barrage il cavallo dell’arabo non era più nelle stesse condizioni ma con delle resistenze sulla mano (difese) ed ha commesso errore.  L’amazzone tedesca invece ha riproposto il Suo cavallo nelle stesse perfette condizioni ed ha giustamente vinto (onore al direttore di campo).  Dietro di lei due binomi con una qualità media di impulso ma ben montati: Edoardo Alvarez Aznar su Bentley e Maikel Van der Vleuten su Beauville.

Allo stato la vincitrice è probabilmente il miglior cavaliere al mondo!

Gli Italiani?  Assenti…

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