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FINALE GLOBAL CHAMPION TOUR A DOHA

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Ha avuto luogo a Doha (Quatar) la finale del circuito GCT.

Questo impianto, costruito per i giochi asiatici del 2002, la grande qualità del parco ostacoli – in buona parte da Lui disegnato –  e la maestria del nostro direttore di campo Uliano Vezzani hanno fatto si che fosse veramente la massima vetrina mondiale della grande equitazione.

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La costruzione del percorso e la sua misurazione richiedevano ai partecipanti delle parabole perfette:  anche una leggera “seduta” davanti ai salti ha provocato errori ed è stata messa nel massimo risalto la capacità dei cavalieri di essere sempre al centro del cavallo.

Non sono mancate le sorprese tecniche, generalmente positive a dimostrazione di come questo circuito sia prima di tutto un fattore di progresso tecnico.

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Ha vinto tutto, finale e circuito, la portoghese L. Dinitz con pieno merito: infatti ha presentato la Sua cavalla Fit for Fun in forma smagliante, piena d’impulso! E Lei ha montato, per la prima volta,  centrata nella sella scendendo con l’assetto (forse avrà letto la striglia…).

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Ha battuto Meredith Micheals su un Fibonacci molto maturato ed in grande forma che ha battuto per 6 cent.mi R.G. Bengtsson su Casall anch’esso in forma.

Al quarto posto lo Sheik Ali Bin Khalid Al Thani che, pur non essendo all’altezza degli altri, ha comunque realizzato due netti.

Da segnalare la grande prestazione del tedesco/ucraino R. Tebbel. Mi sono piaciuti anche Deusser e C. O’ Connor, un po’ sfortunati.   S. Brash ha montato Hello Sanctos con la consueta classe ma ha pagato i suoi difetti posturali.

Chi ci ha riservato una piacevole sorpresa è stato Emanuele Gaudiano apparso trasformato: fermo in sella, con il peso che scendeva sulle staffe senza sedersi (forse ha letto la striglia anche Lui?). E Admara ha apprezzato realizzando un nono posto che, a quel livello, vale oro. Ad maiora!

Ottima prova anche da parte di F. Franco su Cassandra, anch’essa migliorata

La classifica finale del circuito vede nell’ordine:  Dinitz (300 mila), Brash (200 mila), Bengtsson (125), Delestre (75), Ahlmann (50).   Il nostro E. Gaudiano è 32°.

Carlo  Cadorna

P.S.  Un cortese ed intelligente lettore mi ha fatto notare che a Doha non c’è stato il minuto di silenzio né una manifestazione di lutto da parte dei cavalieri francesi (è un problema che riguarda la loro coscienza così come nel 1980 un gruppo di cavalieri italiani ha partecipato alle olimpiadi di Mosca contro l’indicazione della FISE-CONI). Indubbiamente questo dimostra una volta di più che il GCT è basato sul dio denaro:  infatti il regno del Qatar pare sia tra i principali finanziatori dell’ISIS.  Tuttavia questo aspetto, indubbiamente negativo, nulla toglie al valore promozionale del GCT:  piuttosto ci ricorda che dobbiamo mantenere ben separato lo Sport mondiale (coppe delle nazioni e campionati) che si rifa a ben altri valori.

2 Responses to “FINALE GLOBAL CHAMPION TOUR A DOHA”

  1. Alberto Alciator #

    Buonasera Colonnello,

    guardando il secondo percorso di Ludger Beerbaum nella finale GCT di Doha ho avuto l’impressine che la sua cavalla Chiara avesse qualche fastidio alla schiena, rigidità, difficoltà a trovare la giusta coordinazione dei posteriori in alcuni momenti come ad esempio dopo il verticale giallo-verde. Lui è come sempre un computer e alla fine il percorso è netto, ma mi piacerebbe avere una sua opinione per capire se il mio occhio comincia a valutare bene le situazioni.

    A beneficio anche di tutti i suoi lettori che vogliono “esercitarsi l’occhio” qui si possono vedere tutti i percorsi della tappa di Doha, compreso il suddetto secondo percorso di Beerbaum :

    http://www.globalchampionstour.com/events/2015/doha/results/1427/class-05-doha-2015-csi5-160m/

    Grazie per il tempo che ci dedica

    Alberto Alciator

    15 Novembre 2015 at 19:41 Rispondi
    • lastriglia #

      Caro Alberto, quando un cavallo lavora e compete con una postura errata si compensa: di conseguenza è soggetto a rapida usura. La cavalla Chiara si muove sempre con la base dell’incollatura infossata e completa i percorsi soltanto per la sua eccezionale qualità e per l’abilità del suo cavaliere. Ma la sua strada è segnata e se ne è accorto anche Beerbaum dal momento che non la prende in considerazione per le prossime olimpiadi(ha previsto di utilizzare Zinedine). Quella dopo il verticale giallo-verde è la stessa difesa fatta con maggiore evidenza a Lione(la stessa difesa di London!). Il deterioramento è rallentato dai mezzi moderni (tecar e osteopatia) che consentono di controllare l’infiammazione ma è inarrestabile: ne ho parlato nell’articolo “Cattivi cavalli o cattivi cavalieri” per il quale sono stato pubblicamente deriso da persone prive di conoscenza: ma i fatti mi daranno ragione! Guardi il percorso di Cian O Connor: quello significa saltare usando la schiena. Non si comprende, se non con una grande mancanza di cultura, come si possa conciliare l’ammirazione per l’equitazione di Graziano M., che aveva nell’impiego dell’incollatura e della schiena il suo atout principale, con quella per M. Ehning che non va mai avanti con le mani e non è mai inserito nel movimento del cavallo. Si guardi la foto di Graziano davanti alla riviera (l’ultima): ecco un cavaliere inserito ed un cavallo in avanti!!

      16 Novembre 2015 at 06:10 Rispondi

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